Nel periodo compreso tra gennaio e novembre 2024 la Sardegna ha registrato 24 morti sul lavoro, confermandosi una delle regioni italiane più colpite dal fenomeno delle “morti bianche“. Questi numeri posizionano l’Isola in quella che è stata definita la “zona rossa” dalla classificazione dell’Osservatorio sicurezza sul lavoro Vega di Mestre, che evidenzia un’incidenza superiore del 25% rispetto alla media nazionale.
A livello generale sono 1.000 le vittime sul lavoro in tutta Italia nell’anno appena trascorso, con un aumento del 3,3% rispetto al 2023, quando nello stesso periodo si erano registrati 968 decessi. L’incremento di 32 vittime sottolinea come, nonostante gli sforzi, la sicurezza sui luoghi di lavoro resti una questione critica.
A livello nazionale, il settore delle costruzioni è il più colpito, con 147 vittime sul lavoro. Seguono trasporti e magazzinaggio (99 decessi), attività manifatturiere (94) e commercio (51). Questa tendenza si riflette anche in Sardegna, dove l’edilizia e i cantieri rappresentano una delle principali fonti di incidenti mortali. Inoltre, l’Osservatorio sottolinea che i lavoratori stranieri sono soggetti a un rischio di infortunio mortale più che doppio rispetto agli italiani, con 164 stranieri deceduti in Italia nel corso dell’anno.
I lavoratori più anziani sono i più esposti: la fascia d’età degli ultrasessantacinquenni registra il tasso di mortalità più alto, con un’incidenza di 131,5 decessi per milione di occupati. Anche la fascia tra i 55 e i 64 anni non è immune, con un’incidenza pari a 49,7. Questi dati indicano che l’età continua a essere un fattore di rischio significativo.
L’analisi complessiva mostra che, nonostante alcuni progressi, il fenomeno degli infortuni sul lavoro in Italia rimane sostanzialmente stabile. Le denunce totali di infortunio nel 2024 sono state circa 543.000, un incremento minimo rispetto al 2023. Tuttavia, la vera sfida riguarda la prevenzione delle morti sul lavoro, soprattutto nei settori più pericolosi e tra i gruppi di lavoratori più vulnerabili, come gli stranieri e i lavoratori più anziani. La Sardegna, con i suoi 24 decessi, si trova in una posizione critica all’interno di questo quadro nazionale. Per affrontare questa emergenza, è necessaria una maggiore attenzione da parte delle istituzioni locali e nazionali, con investimenti in formazione, sicurezza e sorveglianza nei settori più a rischio.