Inchiesta sul Fiore sardo Dop: sequestrate 400 tonnellate di pecorino

La Procura di Cagliari indaga sul Fiore sardo e ha disposto il sequestro di circa 400 tonnellate del celebre pecorino e sta verificando il comportamento di otto aziende. L’ipotesi – secondo quanto riporta l’Unione Sarda – è che non siano stati rispettati tutti i passaggi necessari per ottenere il marchio Dop, quello che certifica la “Denominazione di origine controllata”: durante la lavorazione sarebbe stato utilizzato latte pastorizzato al posto di quello crudo.

Nell’ambito dell’inchiesta curata della pm Maria Virginia Boi sono scattati controlli nelle aziende Sepi Formaggi di Macomer, Sarda Formaggi di Buddusò e Olbia, Caseificio Sias di Borore, Ica di Ennio Argiolas a Dolianova, La fattoria del Gennargentu di Fonni, Società agricola Busia e Mulas di Siamanna, Lacesa di Bortigali e Società semplice agricola fratelli Manca di Cabras.

Alla base dell’indagine il fatto che le analisi di laboratorio sulle forme di pecorino avrebbero evidenziato una ridotta presenza di un enzima sensibile al calore, da qui il sospetto degli inquirenti che il latte utilizzato fosse pastorizzato. I produttori, attraverso i difensori, hanno invece ribattuto che l’abbattimento di quell’enzima dipende dal rispetto della procedura di “scottatura“, prevista dal protocollo, non dunque dalla pastorizzazione. Nel corso dell’udienza davanti al Tribunale del Riesame presieduto dalla giudice Tiziana Marogna, gli avvocati dei caseifici hanno chiesto di annullare il sequestro delle 400 tonnellate per mancanza dei presupposti, visto che il disciplinare sarebbe stato rispettato alla lettera. Il rischio, infatti, è quello di un enorme danno economico se le forme dovessero restare sequestrate a lungo e restare infine invendute.

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