Il lunedì prosciutto crudo monoporzione, Emmenthal monoporzione, una mela, un budino al cioccolato, due panini e mezzo litro d’acqua. Il mercoledì invece c’è la scatoletta di tonno e il venerdì quella con la carne. Altri giorni può andare meglio: c’è anche la crostatina all’albicocca. Ecco cosa mangeranno gli studenti universitari che usufruiranno del servizio mensa a Cagliari a partire da luglio. La denuncia arriva dall’associazione studentesca Unica 2.0 contro la gestione dell’Ersu, l’ente regionale per il diritto allo studio che per seguire le norme anti Covid ha studiato un servizio pasti da asporto tramite ‘lunch box’.
“Leggendo il menù sembra quasi di trovarsi di fronte a un reperto della grande guerra – esordisce una nota degli universitari – quel che viene offerto non è degno di essere chiamato pasto, al massimo derrata alimentare. Gli studenti ogni giorno saranno costretti a mangiare gli stessi cibi sia a pranzo che a cena, in barba alla necessità della varietà alimentare”. Inoltre “il servizio, su prenotazione, coprirà solo sei giorni alla settimana dal lunedì al sabato, come dovrebbero mangiare gli studenti delle case dello studente la domenica dal momento che i cucinini sono interdetti per le norme anti-covid emanate dall’ente stesso?”.
Peraltro la necessità di prenotazione comporterebbe numerose criticità: “L’obbligo di prenotare i pasti entro le ore 15.30 del giorno prima, fatta eccezione per il pasti del sabato che devono essere prenotati addirittura entro la stessa ora del giovedì, quindi due giorni prima. L’unico punto di erogazione del servizio sarà per tutti gli aventi diritto quello di via Trentino, creando il rischio di code molto lunghe qualora in tanti ne fruissero e rendendo enormemente complicato l’accesso per tutti coloro che abitano distanti. Al momento peraltro è impossibile sapere come verrà gestita l’offerta di un’alternativa al menù fisso previsti come nei casi di intolleranze alimentari o scelte dietetiche per motivi etici o religiosi. Siamo in guerra – concludono-, evidentemente, ma è una guerra delle istituzioni contro gli studenti che esse dovrebbero tutelare”.
Agli studenti arriva il sostegno di Gianluigi Piras, consigliere nel Cda dell’Ersu, che chiede la sospensione del servizio: “Come consigliere non sono mai stato informato di questa soluzione e me ne dissocio totalmente. Oltre a violare le basilari condizioni per una sana alimentazione risulta a tratti offensiva del buon senso, dei diritti degli studenti, della qualità e della proporzionalità al valore medio dei singoli pasti da sempre forniti dalle mense universitarie a Cagliari. Le proteste sono comprensibili e meritano tutta la solidarietà ed il sostegno”. A.D