Un appello che arriva da chi ha vissuto l’ingiustizia sulla propria pelle. Beniamino Zuncheddu, recentemente riconosciuto innocente dopo aver scontato ingiustamente quasi 33 anni di carcere, si rivolge direttamente ai sindaci sardi per chiedere il loro sostegno nella raccolta delle 50mila firme necessarie a portare in Parlamento la proposta di legge di iniziativa popolare nota come “Zuncheddu e altri”.
«Ringrazio i sindaci che si sono già attivati per la raccolta firme – afferma Zuncheddu in un messaggio pubblico – ma abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti. Chiedo a tutti i sindaci della Sardegna di consentire ai cittadini di poter firmare in ogni Comune dell’Isola». L’obiettivo della proposta è chiaro: garantire un sostegno economico immediato a chi, come lui, è vittima di errori giudiziari, nell’attesa dell’esito del lungo processo di risarcimento.
Una legge, spiega Zuncheddu, che punta a evitare che altri debbano subire la stessa sorte: anni di carcere ingiusto, seguiti da un presente segnato da precarietà, silenzi istituzionali e mancanza di tutele. «A me è stata rubata la vita, ma anche la dignità – dice –. Non auguro a nessuno di vivere quello che è capitato a me. Non solo sono stato privato degli anni migliori, ma anche il dopo è difficile, faticoso, ingiusto».
La proposta è sostenuta da un ampio fronte civico e ha già visto la mobilitazione in numerosi Comuni e realtà associative. La legge chiede il riconoscimento di un assegno di sostentamento per chi è stato ingiustamente detenuto, in modo da offrire una rete di protezione fino all’erogazione del risarcimento da parte dello Stato. Zuncheddu, diventato simbolo di una battaglia per la giustizia e per la riforma del sistema, conclude con parole di speranza: «So di poter contare sull’aiuto di tutti. Grazie di cuore».