In carcere da 32 anni per la strage di Sinnai ma si dichiara innocente: verranno ascoltati testimoni

Si apre uno spiraglio per Beniamino Zuncheddu, l’ex allevatore di 58 anni da 32 in carcere dove sta scontando la condanna in via definitiva all‘ergastolo per triplice omicidio. Una strage che risale all’8 gennaio del 1991 quando sulle montagne di Sinnai, in località Cuili is Coccus, furono uccisi tre pastori e una quarta persona rimase gravemente ferita. Da tre anni Zuncheddu, che si è sempre professato innocente, e il suo avvocato Mauro Trogu, del foro di Cagliari, stanno combattendo una battaglia per riottenere la libertà nel processo di revisione in corso davanti ai giudici della Corte d’appello di Roma. I testimoni chiave verranno risentiti in aula. La revisione è stata chiesta a novembre 2020. Una prima parte dell’attività processuale è stata destinata alla trascrizione e traduzione di una trentina di intercettazioni telefoniche.

Oggi i giudici della Corte d’Appello della Capitale hanno deciso quali ulteriori prove ammettere e quali testimoni ascoltare. Sono state ammesse tutte le testimonianze, buona parte della documentazione che era stata indicata e sui consulenti richiesti dalla difesa i giudici si sono riservati all’esito dell’audizione dei testimoni. Fra i testimoni che verranno sentiti c’è il superstite della strage, che fu il testimone chiave del primo processo e il poliziotto che ha svolto le indagini e che secondo la difesa di Zuncheddu condizionò il testimone spingendolo a ritrattare. Al termine delle attività, ci saranno le richiesta della procura generale, della difesa e delle altre parti e i giudici dovranno emettere o una sentenza di accoglimento della richiesta di revisione e quindi pronunciare l’assoluzione dell’imputato, oppure respingere la richiesta confermando la sentenza di condanna. Il fatto che vengano risentiti molti testimoni ”è un buon segno, significa che la Corte vuole esaminare tutti i punti toccati nella richiesta di revisione, quindi saranno risentiti tutti i soggetti sulla cui genuinità e affidabilità sono sorti dubbi”, afferma all’Adnkronos il difensore di Zuncheddu.

Questa mattina si è svolta una doppia manifestazione per appoggiare la causa del detenuto sardo. Una a Roma promossa dal Partito Radicale, alla quale hanno preso parte anche il sindaco di Burcei – paese di cui Zuncheddu è orginario – Simone Monni, con una trentina di burceresi; la seconda, quasi in contemporanea, proprio a Burcei, dove i partecipanti, riuniti in sit-in, hanno indossato una maglia con la scritta “Beniamino libero”. L’udienza si è conclusa con un rinvio al 13 ottobre: saranno riascoltati i testi chiave, la persona che scampò alla strage ma anche l’agente di polizia che svolse le indagini e che a detta della difesa del condannato condizionò il teste portandolo a ritrattare la sua versione. Poi si deciderà sull’eventuale sospensione della pena.

“Siamo fiduciosi – commenta parlando con l’Ansa Irene Testa del Partito Radicale e Garante dei detenuti per la Sardegna -, la prossima udienza sarà cruciale e siamo sicuri che tutto si svolgerà in tempi rapidi: c’è stata una importante accelerazione del caso”.

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