Frenati dalla burocrazia. Rischia di fermarsi il progetto per la realizzazione di un impianto solare a concentrazione che l’Eni vorrebbe realizzare nell’area di Assemini. Il piano Csp, che vuole sfruttare l’energia solare per produrre energia elettrica e termica (anche in assenza di sole) rischia di saltare. Ad annunciarlo sono le organizzazioni sindacali che hanno già chiesto un incontro ai vertici dell’Eni e al nuovo esecutivo regionale.
“La pratica per portare avanti questo progetto è stata avviata due anni fa, ma è ancora oggi senza risposta definitiva – dice Francesco Garau, segretario regionale della Filctem – e proprio questo ritardo rischia di far saltare l’intero progetto”. Una possibilità tutt’altro che remota, a sentire il sindacalista, che annuncia di aver già avviato “una serie di interlocuzioni con i diversi interessati”.
Il Csp progettato dall’Eni in collaborazione con il Politecnico di Milano e il Mit di Boston prevede la realizzazione di impianto solare ricoperto di specchi che “servono a concentrare l’energia del sole verso un tubo all’interno del quale scorre un liquido composto da un mix di sali fusi”. L’energia viene poi impiegata in diverse applicazioni: elettriche o termiche. Tra gli aspetti positivi il fatto che, si legge nelle pagine del sito dell’Eni con cui annuncia l’iniziativa, “è di riuscire ad accumulare energia anche in assenza di sole, per esempio di notte o nelle giornate molto nuvolose”.
A bloccare la procedura, che attende il nullaosta dal ministero dell’Ambiente, un passaggio regionale. “Manca l’analisi di rischio sanitario – prosegue Garau -. Per questo motivo abbiamo già deciso di intraprendere una serie di interlocuzioni con il nuovo esecutivo regionale”. Non solo, dalle organizzazioni sindacali anche una richiesta all’Eni. “L’obiettivo è evitare che possa saltare l’intero progetto. Non possiamo permetterci di perdere neppure un euro degli investimenti previsti per il settore industriale”.
D.Ma.
(foto da sito Eni)