Il turno della dottoressa è durato 33 ore. L’avvocato: “Inaccettabile”

Alla fine è durato trentatré ore il turno della dottoressa in servizio al San Marcellino di Muravera, una storia di cattivissima sanità con lo statuto dei lavoratori finito sotto i piedi. La dirigente medica era entrata in servizio alle 12 di venerdì 14 gennaio e ha potuto lasciare l’ospedale solo alle 21 del giorno successivo.

Cosa sia successo al San Marcellino l’ha raccontato il nostro giornale in un primo pezzo pubblicato ieri alle 17,45, quando per la dottoressa le ore di lavoro erano trenta. Sembrava un’oscenità già così, invece il turno è andato avanti per altri 180 minuti.

L’avvocato Giacomo Doglio

Sardinia Post già ieri aveva contattato l’avvocato della medica, Giacomo Doglio, che da mesi segue legalmente le vertenze sanitarie del Sarrabus, dove la carenza del personale sta costringendo medici e infermieri a turni di lavoro non più sostenibili. Tanto che oggi al San Marcellino sono arrivati pure i carabinieri. La dottoressa rimasta in servizio un giorno e mezzo è una dirigente del Reparto di Medicina, dove con quello stesso ruolo si contano cinque camici bianchi, ma in quattro sono in malattia.

Sulle trentatré ore ininterrotte di lavoro, l’avvocato Doglio parla a tardissima sera di “situazione inaccettabile”. E precisa: “Quanto accaduto alla mia assistita è l’epilogo di un’emergenza che va avanti da mesi. Ma proprio perché la situazione è nota ai vertici dell’ospedale – sottolinea ancora il legale -, il fatto non si sarebbe dovuto verificare”.

Sotto il profilo strettamente giuridico, l’avvocato si limita a dire: “Valuteremo il da farsi”. Anche perché alla dirigenza sanitaria la dottoressa aveva comunicato di essere la sola in turno. Ma a ben vedere nessuno si è attivato per garantire il cambio. Solo alle 21 la situazione è sbloccata con una riorganizzazione del lavoro che ha permesso alla dirigente medica di tornare a casa. “In condizioni di stress emotivo e stanchezza che si possono solo immaginare”, precisa l’avvocato Doglio.

È la sanità targata centrodestra, quella che il presidente della Regione, Christian Solinas, aveva promesso tre anni fa di riformare. Per ora in peggio, suggeriscono le storie ormai quotidiane che arrivano dagli ospedali sardi.

Al. Car.

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