Il Tar della Sardegna ha dato ragione al Grig, il Gruppo di intervento giuridico: in Sardegna la tortora selvatica non può essere cacciata. Oggi 2 settembre, giorno in cui riapre la stagione venatoria, le doppiette dell’Isola non possono sparare all’uccello che fa parte della famiglia dei Columbidi.
È arrivata ieri la sospensiva dei giudici amministrativi, come chiesto dagli ambientalisti attraverso l’avvocato Carlo Augusto Melis Costa. Lo stop è scattato con effetto immediato. Il motivo è legato alla possibile mattanza prevista nel calendario venatorio, nella parte in cui si parlava di “assurdo carniere potenziale di 539.805 capi abbattibili dai 35.987 cacciatori autorizzati”.
Il Tar, accogliendo la richiesta dell’avvocato Melis Costa, ha stabilito che quel carniere è di fatto abnorme. Insieme al Grig si sono costituiti in giudizio Wwf Italia, Lega per l’abolizione della caccia, Enpa, Lav, Lipu-BirdLife Italia, Lndc animal protection che hanno impugnato il calendario venatorio regionale sardo 2021-2022. Anche su moriglione, pavoncella e beccaccia. Ma mentre per la tortora selvatica la decisione è arrivata ieri, per decidere sulla caccia gli altri uccelli è fissata una nuova udienza il 14 settembre.
“Il Tar – spiega dal Grig il presidente Stefano Deliperi – ha respinto le argomentazioni della Regione Sardegna e delle associazioni Libera Caccia e e Federcaccia, intervenuti con un ricorso ad opponendum contro gli ambientalisti, e sono stati vani i penosi ostacoli frapposti dalla ritardata pubblicazione del calendario venatorio sul Buras del 26 agosto).