Dopo esser approdato in Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Lazio Molise e Sicilia, tra pochi giorni la moneta complementare made in Sardigna “Sardex” sbarcherà anche in Umbria e Campania. E nel mirino del circuito fondato da Franco Contu, Carlo Mancosu, Gabriele e Giuseppe Littera ci sono anche Trentino Alto-Adige, Veneto e Puglia. “In queste regioni partiremo entro la fine dell’anno”, annuncia Contu, responsabile dello sviluppo di Sardex.net, la start – up di Serramanna che fornisce alle aziende strumenti di pagamento paralleli all’Euro. “Dove il sistema è attivo da poco (ovunque tranne che in Sardegna, ndr), il valore degli scambi di beni e servizi è pari a 50/100.000 euro a settimana, ma è destinato a crescere. Mentre le oltre 2500 aziende isolane che aderiscono al progetto effettueranno nel 2015 transazioni per 55 milioni contro i 32 dell’anno precedente e i 24 del 2013″, rivela sempre Contu. E già si parla di una rete delle reti che consentirà alle aziende di andare oltre i confini regionali, sebbene l’obiettivo principale rimarrà sempre quello di sostenere l’economia locale.
A circa 5 anni dalla nascita, pare dunque che Sardex.net abbia gambe, e il giusto passo, per arrivare lontano. Perfino in Inghilterra, Olanda, Polonia e Catalogna, Paesi nei quali la Commissione Europea finanzia il programma “Digipay for Growth” gestito proprio dalla start up sarda. Del programma, che ha l’obiettivo di applicare il sistema del pagamento digitale a parte della spesa delle pubbliche amministrazioni, fa parte anche la Regione Sardegna.
“Quando siamo stati contattati dalla Regione, ci siamo sentiti in dovere di metterci al servizio di chi lavora, vive e opera in Sardegna. E dopo un anno di serrate interlocuzioni, si è alla limatura dei dettagli del progetto che vede capofila Sardex.net e partner la Regione”, spiega Giuseppe Littera, responsabile della relazioni esterne del gruppo.
Due gli scenari di cui Contu, Mancosu e i due fratelli Littera discutono con Viale Trento. Il primo va sotto il nome di “Potential review”, il secondo ha invece l’obiettivo di favorire le transazioni in moneta complementare nel lasso di tempo che intercorre tra l’emissione di una fattura da parte di un’azienda e la sua liquidazione da parte dell’ente debitore.
Potential Review al posto della Spending Review
“Nel primo caso, si tratta di portare alla luce il potenziale inespresso dell’istituzione in termini di spazi, accessi, concessioni ovvero i beni e servizi che non vengono valorizzati dal mercato in euro, ad esempio per una carenza di liquidità sul lato della domanda”. L’idea è di metterli a disposizione delle aziende afferenti alla “rete sardex” e di generare così un flusso di denari digitali che verrebbero accreditati sul conto della Regione come somma da impiegare nel vasto campo della spesa pubblica”. “Principalmente nel settore culturale, nel sociale, nel turismo, in agricoltura o, perché no, nell’edilizia scolastica”, spiega Littera.
In altri termini, laddove la più conosciuta “Spending review” predica tagli, la Potential review chiede alle pubbliche amministrazioni di colmare i buchi derivati da un poco razionale utilizzo delle sue proprietà o prerogative. Il “trucco” è utilizzare un sistema di pagamento diverso, l’unico – a quanto pare – in grado di favorire l’allocazione di risorse in una congiuntura economica in cui domanda e offerta non trovano il reciproco soddisfacimento attraverso l’utilizzo della moneta corrente. Gli effetti, invece, sono molteplici. Oltre a generare un fatturato aggiuntivo – immediatamente re-investibile per l’acquisizione di nuovi beni e servizi – che finisce per liberare la spesa in euro (di fatto la disponibilità in euro può essere impiegata per scopi alternativi, allungando così la coperta del bilancio), per Littera si assisterà “all’amplificazione dell’effetto della spesa pubblica sul tessuto economico locale, anche perché la presenza del circuito sardex rende la Sardegna un contesto ricettivo a questo genere di iniziative”.
Lascia che la moneta digitali circoli
L’altra ipotesi riguarda le aziende che abbiano fatture da presentare alla regione. Previo accordo sarà possibile ottenere in unità digipay il corrispettivo dell’importo in euro che l’ente è chiamato a saldare entro un certa data. C’è dunque un principio di conversione tra moneta complementare ed euro che non è presente nel circuito sardex. “A questo punto – spiega Littera – l’azienda che vantava il credito ha ora in mano una somma di denari digitali con cui può realizzare transazioni all’interno del circuito commerciale complementare. I crediti vantati originariamente dalla prima azienda passano così a un terzo soggetto, che può eseguire ulteriori transazioni. In questo modo si riesce a stimolare l’economia locale, abbiamo prodotto reddito, lavoro, Pil, evitando il periodo di attesa che va dall’emissione di una fattura e la sua liquidazione. In quel lasso temporale, la somma iniziale circola fino a cinque volte più velocemente, innescando un effetto moltiplicatore”. Trascorsa la data di scadenza della fattura, la pubblica amministrazione deve pagare il proprio debito. La corrispettiva posizione di credito verrà estinta dalla pubblica amministrazione tramite un sofisticato sistema informatico che permetterà di ricostruire il percorso seguito dalla somma trasformata in denaro digitale, risalendo così alle posizioni soggettive di credito. Queste monete sono infatti legate a una scadenza, per cui alla data di estinzione della fattura chi la detiene ha il diritto a ottenere un pagamento in euro.
Entrambi i progetti oggi al vaglio della Regione presentano un indubbio vantaggio per Littera: “Se riuscissimo ad implementarli questi progetti, saremmo in grado di vedere e analizzare le interazioni tra filiere, le dinamiche all’interno delle filiere specifiche e a mettere in evidenza punti di forza e punti critici in maniera dettagliata”. Niente di fantascientifico: già adesso Sardex.net riusce a vedere come si muovono gli attori economici all’interno delle province e dei diversi settori.
Piero Loi