di Alessandra Piredda
Essere se stessi è un super potere, un atto radicale. Lo dimostra Nicolò Cherchi, 30enne che con il suo saluto mattutino davanti a una moka, diffuso attraverso il profilo @nico8914, è diventato virale, raggiungendo in pochissimo tempo oltre 55mila follower.
“È iniziata per scherzo la condivisione quotidiana su Instagram, – racconta a Sardinia Post – non c’era alcuna strategia e nessuna mania di protagonismo, solo il piacere di ‘condividere’ un caffè con i miei amici virtuali”. Nicolò che di mestiere fa il pastore di capre a Benetutti ha avuto una grande intuizione e in barba alle metriche e alle strategie dei più ferrati social media manager, ha conquistato un pubblico che cresce ogni giorno di più.
Basta così poco per diventare virali?
“Per me è stata fondamentale la solidarietà dei follower (quando questi erano poche centinaia) successiva alla pesante offesa di una persona che tempo fa mi disse: ‘voi sardi-pastori siete il cancro della Sardegna’. Davanti a tanta cattiveria sono intervenuti in mia difesa gli amici di Instagram. Sono uno pacifico e non amo le discussioni, non ho mai replicato alle parole efferate del mio hater”. Questo atteggiamento ha portato vhi lo aveva offeso a chiedere scusa.
La vicenda ha incuriosito tante persone, facendo crescere l’interesse intorno alla figura del pastore- infuencer, contribuendo a renderlo celebre. Ma il successo è dovuto anche e soprattutto alla spontaneità e genuinità di Nicolò oltre alla sua marcata inflessione: tutti tratti distintivi che lo hanno reso ancora più ‘personaggio’. I suoi video sui social sono brevi e per nulla forzati e nel tempo hanno coinvolto anche i genitori Angelo e Maria Ludovica, con i quali Nicolò convive (oltre alla sua inseparabile cagnolina Macchia).
“Sono il quarto di cinque figli – evidenzia – l’unico ad aiutare mio padre in campagna perché gli altri (Rosalia, Bachisio, Cecilia, Maria Pia) hanno preso altre strade. Vorrei un’azienda più grande (oggi ho 100 capre), un trattore e qualche comodità in più perché fare l’allevatore oggi è sempre più complicato”.
Il lavoro del pastore è un mestiere eclettico che richiede competenze e risorse. Forse uno dei mestieri più antichi dell’umanità, dove i sacrifici non mancano ma vengono ripagati dalla perfetta sintonia nel vivere con la natura. Forse ha ragione il filosofo e giornalista Mathias Leboeuf che nel ‘Piccolo trattato sulla lentezza’ afferma che “certi luoghi sono ideali per rallentare”. Non sarà che la lentezza oggi è diventata un lusso? Forse la soluzione è quella di educarsi ad essere veloci e lenti nella vita, scegliendo dove, quando e con chi, come insegna Nicolò quando dedica uno dei suoi ‘ciao amici vi auguro una buona giornata’ davanti a una tazza di caffè prima di recarsi nel suo ufficio a cielo aperto al suo affezionato pubblico virtuale.