Il mistero della nave saudita a Cagliari. “Carico di armi per la guerra in Yemen”

Una nave cargo battente bandiera saudita all’alba arriva al porto di Cagliari. Il sospetto è che dentro ci sia un carico di bombe destinate all’Arabia Saudita per la guerra nello Yemen. In poche ore il caso finisce in Parlamento.

L’allarme stamattina è partito da Natale Colombo, segretario nazionale della Filt Cgil, a seguito dell’attracco della nave Bahri Tabuk: “I nostri porti continuano ad essere meta di navi del gruppo Bahri per i rifornimenti bellici ai Paesi sauditi, il governo continua a tacere nonostante le denunce e le manifestazioni di protesta che ci hanno già visti impegnati in analoghi casi, prima a Genova e poi a Monfalcone”. Secondo quanto riferisce Colombo, “anche a Cagliari, come a Monfalcone, è stato nascosto per agire indisturbati l’arrivo della nave con la sua missione volta a completare il proprio carico di armamenti ed esplosivi. Noi diciamo basta alle morti innocenti, non vogliamo essere complici delle stragi di incolpevoli civili e continuiamo ad essere fermamente contrari a tali rifornimenti perché violano gravemente le norme nazionali, europee ed internazionali”.

Più dettagliate le informazioni della Rete italiana per il disarmo: “Attorno alle 7.30 sono stati scortati nel Porto Canale di Cagliari quattro container che sono stati poi caricati sul cargo saudita. Il trasporto è stato fatto con uso di aziende di sicurezza private. Sui container non erano presenti evidenti segni di riconoscimento di materiale esplosivo”. Preoccupazione anche dal Comitato per la riconversione della Rwm, la fabbrica di bombe con sede a Domusnovas, nel Sulcis: partita la richiesta al prefetto di Cagliari e all’Autorità portuale.

Un caso, insomma, che ora approda in Parlamento con un’interrogazione di Nicola Fratoianni (Sinistra italiana) al Governo:  “Due giorni fa sono transitati per il porto di Monfalcone bazooka e missili ucraini, nel silenzio delle autorità italiane, per il governo dell’Arabia Saudita e destinate evidentemente alla guerra in corso nello Yemen. Con il prefetto di Gorizia che non ha informato né gli enti locali, né le organizzazioni sindacali dei lavoratori portuali, che hanno poi protestato. È di oggi un’analoga situazione avvenuta nel porto di Cagliari. Anche qui nel silenzio delle autorità. Chiediamo al governo italiano di non nascondersi e fermare l’export di armamenti che poi verranno utilizzati contro i civili yemeniti”. Nel pomeriggio al molo Ichnusa, dove è attraccata la nave, c’è stato un sit-in di alcuni militanti antimilitaristi della rete ‘A foras’.

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