Il ministero boccia la centrale eolica in Marmilla. Il Grig: “Oscena speculazione energetica”

“Stavolta è andata male. La società energetica milanese ‘Grv Wind Sardegna 7 srl’ intendeva realizzare l’ennesima centrale eolica in Marmilla- nei Comuni di Villanovafranca, Furtei, Villamar e Sanluri- ma il procedimento di valutazione d’impatto ambientale si è concluso con una sonora bocciatura”.

Ad annunciarlo è Stefano Deliperi, presidente dell’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico. “Non solo. Il Tar della Sardegna, con la sentenza non definitiva del 2 maggio 2025, ha dichiarato ‘improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse il ricorso introduttivo del giudizio proposto avverso il silenzio dell’amministrazione’- ricorda Deliperi- e ha disposto ‘la conversione del rito in ordinario per la trattazione della domanda sia di risarcimento del danno da ritardo e sia di rimborso del 50% dei diritti di istruttoria’”. Insomma, “niente soldi pronta cassa dal ministero dell’Ambiente per il lamentato ritardo nella conclusione del procedimento di via”, esulta Deliperi. Il progetto di centrale eolica “Su Murdegu”, ricorda Deliperi, “prevedeva sette torri eoliche per una potenza complessiva di 42 megawatt e varie opere di connessione e servizi nel paesaggio agricolo e storico-culturale della Marmilla, area della Sardegna che- secondo le intenzioni delle società energetiche- dovrebbe trasformarsi in zona industriale per la produzione di energia, fra svariate centrali eoliche, fotovoltaiche, agrivoltaiche e opere connesse”. 

 Per Deliperi “un’oscena speculazione energetica intorno alla reggia nuragica di Barumini, appartenente al patrimonio dell’umanità sotto l’egida dell’Unesco, e al Nuraghe Genna Maria di Villanovaforru”. Di fatto le strutture ministeriali “hanno considerato pienamente operativa la legge sarda sull’individuazione delle aree idonee e non idonee per l’ubicazione degli impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili”. Il Grig, conclude Deliperi, “conferma il suo favore verso una transizione energetica che sia veramente utile alla collettività nazionale e non diventi speculazione ai danni del territorio e delle casse pubbliche”.

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