Il manifesto di Francesca, sarda ‘povera’: «I migranti non tolgono nulla»

Un post su una pagina Facebook che diventa più di un editoriale: firmato da Francesca Iacono, classe 1993, 22 anni, di Alghero che vive a Padova. Scrive in modo diretto e parla senza filtri della “povertà gestibile” vissuta dalla sua famiglia: esempi quotidiani e concreti per dire in sintesi che: “No, gli immigrati non mi stanno togliendo il pane di bocca”. Migliaia le condivisioni, arrivate a oltre 33mila, centinaia i commenti per uno scritto diventato in poche ore virale. Che non lascia indifferenti in quest’estate di polemiche razziste nei confronti dei migranti in arrivo, ospitati e distribuiti in tutta Italia, fino agli scontri e le azioni violente a Roma e a Treviso, dove è saltato pure il prefetto.

Sotto il post di una giovane cittadina, finora sconosciuta, i commenti riflettono gli umori, con vari eccessi da tastiera, secondo copione. Dai consensi, e gli applausi, fino agli insulti. Dal semplice “Brava”, alle parole commosse e poi “Cambia pusher”, “Fai sacrifici, ragazzina” e a scadere, giù giù, sulle parolacce o piste di complotti che minerebbero i diritti degli italiani. Al racconto in prima persona si aggiungono altri racconti, altri sfoghi, come quella di una ragazza che scrive: “A me gli immigrati non hanno mai rubato nulla, tanto meno il lavoro. Anzi, se proprio devo dirla tutta, il mio lavoro, dopo 11 anni, mi è stato portato via da un’altra sarda, del mio paese, chiamata a sostituirmi quando ero in stato di gravidanza“. Italiani, sardi, brava gente, insomma. 

Francesca non ha dubbi e lo scrive già nell’attacco:  dice basta (ma con altre parole) con la storia che “gli italiani c’hanno bisogno prima, gli zinghiri ricchi tutto pagato”. Macché: “Le popolazioni rom e sinti non hanno più diritti di me. Non sono arrabbiata con i rifugiati né penso che le difficoltà della mia famiglia siano lontanamente paragonabili alle loro”. Al di là delle condizioni che oggettivamente espone, senza eccesso di pudore o urla: l’attesa per la casa popolare, le pulizie a ore, i libri in comodato d’uso e l’auto di quinta mano. Ma con dignità, senza alcun confronto impossibile.

Ed ecco l’attacco finale: non c’è crisi o disoccupazione che tenga. Scrive Francesca: “Siete voi che siete razzisti, credete ad ogni minchiata sparata dal primo Salvini di turno, siete di un’ignoranza e di una cecità crassa e per favore smettete di usare la povertà altrui per spargere odio mentre progettate le vacanze, STRONZI”.

 

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