Don Loi, parroco di Lotzorai, paese ogliastrino, esce dalle scena virtuale in punta di piedi. Dopo averla animata con gran vigore (e rumore) con i suoi post razzisti contro il neoministro all’Integrazione Cécile Kyenge, medico di cittadinanza italiana e di origini congolesi, membro dell’Esecutivo di Letta. Lo aveva fatto nei giorni scorsi chiedendo nelle sue due pagine Facebook a fedeli e non: “Ma c’era bisogno di un ministro di colore?”. E poi con altri post e link aveva rincarato la dose dichiarandosi “patriottico” e rilanciando lo slogan “l’Italia agli italiani”. Da lì è nata una polemica trascinata al di fuori della Rete, riportata dall’Unione sarda e rimbalzata un po’ ovunque, di certo fino alla Curia, con segnalazioni dirette di singoli cittadini indignati. Anche se ufficialmente tutto tace qualcosa si è mosso.
E a gran sorpresa, questa mattina, i due profili del parroco sono spariti, cancellati, rimossi. Fino a ieri dal pulpito Social network aveva ribadito le sue dichiarazioni “a titolo personale”, ma comunque da uomo di Chiesa, pastore di anime. Strali pubblici, leggibili da chiunque e simili per la foga a quelli lanciati dal leghista Borghezio e da un altro sardo, il professor universitario in pensione, Pietro Melis, già condannato per antisemitismo.