Il Covid alimenta la paura delle persone: cinquemila chiamate giornaliere al 118

Il coronavirus diventa una delle prime paure dei cittadini. Lo testimonia la mole di lavoro dell’Areus, l’Azienda regionale per l’emergenza-urgenza, che negli ultimi mesi è cresciuta in maniera esponenziale. A fornire i dati è stata Simonetta Cinzia Bettellini, neo commissaria, che ha esposto la situazione davanti alla commissione Sanità del Consiglio regionale, insieme a Giovanni Fois, direttore della centrale 118 del sud Sardegna. “In questi mesi spesso i cittadini hanno chiamato il 118 anche per avere informazioni sanitarie e per essere in qualche modo rassicurati – ha spietato Bettellini – al punto che la media giornaliera delle chiamate in entrata e in uscita nel 2020 a Cagliari si è assestata oltre cinquemila”. La commissaria ha spiegato poi che “come in una vera emergenza il sistema è stato impiegato per il trasporto di persone dializzate e di pazienti positivi al Covid da dimettere o da trasferire. Dunque è stato necessario attivare nuove postazioni di soccorso, aumentare le ore di servizio alle postazioni disponibili e istituire le ambulanze con infermiere (India) e le auto con sirena e medico a bordo”. Il direttore del 118 di Cagliari ha aggiunto: “Abbiamo avuto un incremento annuo di centomila chiamate, arrivando a sfiorare le 980mila telefonate nel 2020, di cui 558mila in entrata e 439 mila in uscita, soprattutto verso le postazioni di base ed effettuando circa 150mila interventi di soccorso, con  centomila pazienti trasportati”. In crescita le attese in ospedale, anche diciotto ore per un’ambulanza medicalizzata. In crescita ovviamente i trasporti per patologia infettiva: 7.500 casi contro i 1.880 del 2019.

Sono intervenuti anche i consiglieri regionali di maggioranza e opposizione. Il capogruppo del Pd, Gianfranco Ganau, ha segnalato “la necessità che il personale ancora in Ats venga trasferito in Areus, in modo da completare sotto il profilo operativo la riforma dell’emergenza urgenza e il passaggio dal 118 al numero unico 112”. Ganau ha chiesto poi che siano rivisti i valori della convenzione con la associazioni e le cooperative: “Sono le tariffe più basse d’Italia e se da un lato possono andare bene per i volontari non vanno bene per le coop, che hanno ben altri costi da sopportare”. Una posizione condivisa da Francesco Agus, capogruppo dei Progressisti, ma anche in maggioranza dal sardista Stefano Schirru, che ha detto: “È il caso di rivedere tariffe, di pagare i cinque milioni di euro di arretrati del 2019 e 2020 e di rivedere il piano di tutte le postazioni, portandole a svolgere servizio per 24 ore, tutti e sette i giorni e incrementando per quanto ancora necessario le auto mediche e le ambulanze con infermiere. Dobbiamo badare al bisogno degli utenti, non alla indisponibilità delle piccole organizzazioni. È importante sottolineare che il 118 è il sistema sanitario che ha funzionato meglio in questa emergenza e bisogna riconoscerlo chiaramente a chi ha garantito tutto questo sino a oggi, dai vertici di Areus passando per i medici, gli infermieri, il personale tecnico e i soccorritori professionali”. Il presidente della commissione, Domenico Gallus, ha annunciato che nelle prossime settimane la commissione audirà di nuovo la commissaria Bettellini per conoscere la situazione della centrale del nord Sardegna e i dati del servizio di elisoccorso.

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