Il Caso Becciu scuote il Conclave per l’elezione del nuovo Papa: il Collegio dei cardinali diviso sul suo diritto di voto

Mentre i cardinali si preparano a entrare in Conclave per eleggere il successore di Papa Francesco, scomparso pochi giorni fa, un caso agita il cuore della Chiesa cattolica: non è chiaro se il cardinale Angelo Becciu potrà partecipare o no al voto. Becciu, 76 anni, è stato privato nel 2020 da Papa Francesco delle prerogative cardinalizie a causa del cosiddetto “scandalo del palazzo di Londra”, una vicenda di speculazione finanziaria e cattiva gestione dei fondi vaticani che lo ha portato, nel 2023, a una condanna in primo grado a 5 anni e mezzo per peculato e truffa aggravata. Tuttavia, Becciu è ancora formalmente cardinale e ha meno di 80 anni, dunque — secondo la normativa canonica — sarebbe incluso tra gli aventi diritto al voto.

Sul sito del Vaticano il suo nome compare con l’indicazione “non elettore”, unico nella sua fascia d’età. Ma lo stesso Becciu contesta tale definizione, sostenendo di non aver mai ricevuto un atto formale di esclusione e di non aver rinunciato volontariamente al suo diritto. “Non mi è mai stato notificato nulla. Non mi è stato chiesto di firmare alcuna rinuncia”, ha dichiarato.

Secondo il quotidiano Domani ci sarebbero due lettere scritte dal Papa che sancirebbero la sua esclusione. Secondo quanto riporta il giornale, il cardinale Pietro Parolin avrebbe mostrato ieri sera a Becciu due lettere dattiloscritte e siglate dal Pontefice con la F che lo escluderebbero dall’ingresso in Sistina.

Secondo fonti vaticane, una risposta ufficiale sul suo caso verrà solo dopo i funerali di Papa Francesco, previsti per sabato 26 aprile. “Per quanto riguarda il Conclave, rimando a dopo il funerale”, ha dichiarato Matteo Bruni, direttore della Sala Stampa vaticana. Un rinvio che sa tanto di strategia, visto che la questione rischia di creare una frattura nel Collegio cardinalizio

Come riportato da Repubblica, la questione di Becciu non è l’unica a creare tensione tra i porporati: anche la presenza alle congregazioni di cardinali ultraottantenni come il peruviano Cipriani e il francese Ricard, entrambi coinvolti in scandali di abusi, sta sollevando interrogativi morali e procedurali. Ma Becciu è diverso: è giovane abbastanza da poter votare e, tecnicamente, non esiste ancora un decreto papale che lo escluda esplicitamente.

Alcuni cardinali, come Celestino Aós, liquidano il caso: “Becciu non è il Papa. Preghiamo per Papa Francesco”. Ma altri, come Giuseppe Versaldi, sono più possibilisti: “Non so se oggi sia il giorno della decisione, ma sarà una scelta presa assieme”. Il vero nodo, come nota Il Corriere della Sera, è se le congregazioni dei cardinali — attualmente in corso — abbiano la potestà di confermare o ribaltare una misura disciplinare presa dal Papa in carica. Un precedente simile non esiste.

Con 135 cardinali elettori ufficiali (133 attesi al voto, per due forfait medici), quello del 2025 si preannuncia come il Conclave più affollato della storia moderna. La data di inizio è ancora incerta, ma dovrebbe cadere tra il 6 e il 10 maggio. Intanto, i cardinali si incontrano ogni mattina in Aula del Sinodo, tra conciliaboli e scambi riservati, per decidere non solo chi guiderà la Chiesa, ma anche chi avrà diritto di influenzarne il futuro.

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