Iglesias: sussidi per i pazienti psichici in ritardo. Proteste e denunce alla Procura

Anno nuovo problemi vecchi. Così a Iglesias gli utenti seguiti dai Servizi sociali e beneficiari di sussidi economici delle cosiddette leggi di settore,  partono all’attacco per i rotardi. Non solo in senso figurato. E fioccano le denunce alla Procura della Repubblica. In particolare i problemi sono nati intorno alla legge regionale n. 20 del 2002, ossia lo strumento legislativo in base al quale vengono erogati contributi a persone affette da disturbi o disfunzioni mentali. “In seguito alla rimodulazione da parte della Regione dei fondi destinati a questa legge – riferisce Alberto Cacciarru, presidente della Commissione ai Servizi sociali – le amministrazioni comunali, dietro input regionale, si sono viste costrette a operare una decurtazione pari al 30 percento del sussidio. Con l’impegno però – aggiunge Cacciarru – che la parte mancante sarebbe stata pagata a fine anno. A Iglesias il sussidio viene erogato con cadenza trimestrale. Il primo trimestre 2016 è stato erogato integralmente. Invece gli altri tre trimestri hanno subìto il taglio. Ovviamente gli utenti, che utilizzano i sussidi per l’acquisto di farmaci o per terapie riabilitative, in mancanza di fondi, si vedono costretti a indebitarsi o, spesso, ad aprire delle vere e proprie linee di credito con farmacie o enti. Quando poi i comuni erogano i sussidi questi andranno a ripianare i debiti accumulati”.

Un sistema distorto non regolare dal punto di vista economico, con implicazioni ulteriori perché destinati a soggetti deboli. “A fine anno – aggiunge ancora il consigliere Cacciarru – la Regione ha provveduto a rifinanziare la legge con ulteriori 5 milioni di euro che dovevano servire a coprire il taglio del 30 percento, soldi che gli utenti aspettavano con ansia. Invece a causa di carenze di organico degli uffici preposti, su circa 320 pratiche, almeno la metà degli utenti lamenta ritardi nei pagamenti o errori nei conteggi. Ai ritardi della burocrazia poi si aggiungono quelli dovuti alla lavorazione dei mandati di pagamento da parte delle banche che si prendono un’altra settimana”. Non va meglio sul fronte della legge 162, altra legge di settore dedicata alla non autosufficienza. Proprio ieri la rappresentante regionale dell’associazione Asamsi, Alessandra Contu e la capogruppo di Cas@Iglesias Valentina Pistis hanno inviato una lettera al sindaco Emilio Gariazzo e all’assessore alle Politiche sociali lamentando “ritardi cronici, procedure non chiare e impossibilità a interloquire con gli uffici preposti che rendono la situazione paradossale”. La richiesta di chiarimenti e il rimpallo delle responsabilità tra uffici comunali e quelli regionali ha portato i cittadini all’esasperazione, culminata qualche giorno fa in un vero e proprio assedio del primo cittadino di Iglesias, nei locali del Comune, da parte di alcuni utenti, che è stato apostrofato anche con frasi forti. Inoltre sono state presentate alcune denunce all’Autorità giudiziaria. Qualche utente affida a Facebook il proprio sfogo per gli abusi subiti : “Comune Iglesias, i soldi ci sono, pagate i denari per le persone sofferenti”. L’assessore alle Politiche sociali Clorinda Forte, sentita sull’argomento, assicura che tutte le procedure seguono il normale iter procedurale e non ci sono particolari ritardi o disfunzioni. Ma negli altri comuni come vanno le cose? “A Carbonia – afferma la sindaca Paola Massidda – abbiamo attuato una sorta di Reis (Reddito di inclusione sociale) locale. Il problema vero è che esistono grandi difficoltà per la programmazione degli strumenti sociali. E l’assessore alle Politiche sociali Loredana La Barbera aggiunge: “Per poter assicurare la copertura finanziaria dei circa 250 casi seguiti dai Servizi abbiamo dovuto impegnare risorse proprie per circa 150 mila euro, circa il 50 percento della somma occorrente. Una scelta doverosa ma sofferta e impegnativa per le asfittiche casse del Comune”.

Carlo Martinelli

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