A Iglesias l’ospedale con la discarica

Le discariche non sono appannaggio delle sole periferie urbane. Ma ritrovare mini discariche in un ospedale è davvero troppo. Succede all’ospedale civile Santa Barbara di Iglesias, teatro qualche giorno fa, di una imponente manifestazione popolare spontanea a cui hanno partecipato alcune migliaia di comuni cittadini per chiedere che i servizi attivi nei nosocomi cittadini vengano mantenuti e, se possibile, migliorati. Ritrovare elettrodomestici in disuso abbandonati proprio davanti alla porta d’accesso a quei servizi non è proprio un bel biglietto da visita, oltre a una pulizia generale del luogo abbastanza scadente. Il luogo in questione è quello del Distretto Sanitario di Iglesias, all’interno dell’area dell’ospedale Santa Barbara, sede dei poliambulatori e altri servizi amministrativi. In quegli uffici si va per scegliere il medico di famiglia, ma non solo: si va anche per l’oculista, per il dentista e altre specializzazioni. Ogni giorno decine di persone vi si recano per le loro cure. Continuando a piedi verso l’ospedale, a ridosso dei caseggiati dove c’era la Farmacia Territoriale, si trova di tutto: materassi, ripiani di scaffali arrugginiti, scatole deteriorate che potrebbero contenere qualsiasi cosa, bombolette spray, insegne dei reparti medici. Eppure esiste un’area riservata ai rifiuti chiusa con un cancello e lucchetto. Peccato che i rifiuti stiano all’esterno di quell’area, proprio sulla strada interna. In bella mostra di chi, in ospedale, ci va per curarsi.

Le foto

 

Lì vicino, poi, c’è la sala mortuaria, altro luogo, purtroppo, molto frequentato che dovrebbe avere un certo decoro, in rispetto dei defunti e di chi piange la loro perdita. A pochi metri dall’ingresso, addossati a un altro caseggiato di servizio per le ambulanze, sul pavimento giace una catasta di vetri in frantumi che proprio non dovrebbe esserci. Senza contare un ponteggio forse dimenticato e un cestino per i rifiuti rovesciato a terra. Un operaio della Asl inveisce contro chi scrive quando si accorge che si stanno scattando alcune foto: “Vai a controllare a casa tua!” urla, visibilmente contrariato. Ma l’ospedale è della comunità, e come tale va tenuto e conservato sia da chi è costretto a farvi visita per forza maggiore sia, ancor di più, da chi ci vive tutti i giorni per ragioni di lavoro. In tempi di spending review e tagli alla spesa pubblica l’ultima cosa che serve è dare un’immagine di abbandono e trascuratezza a un nosocomio che rivendica, invece, il diritto al mantenimento di storici servizi sanitari. Sentito telefonicamente, il direttore sanitario degli ospedali di Iglesias Carlo Murru, declina ogni responsabilità: “Il Distretto sanitario non rientra fra le mie responsabilità”. In compenso fa sapere che il reparto di chirurgia andato parzialmente distrutto da un incendio scoppiato il 27 dicembre scorso, le cui cause non sono ancora note: “Potrebbe riprendere a funzionare già entro la fine del mese”. Smentisce infine le esternazioni del primario del reparto di Ostetricia e Ginecologia, Giuseppe Santeufemia, secondo cui il suo reparto non è a norma: “Il reparto in questione rispetta tutte le norme – ha affermato Murru – forse è un po’ vetusto perché non ha usufruito delle opere di ammodernamento del resto dell’ospedale, a causa di contenziosi con le imprese. Con grave danno per il territorio. Tutto dovrebbe finire, però, conclude il direttore sanitario, con il completamento della nuova ala del CTO, reparti meravigliosi e all’avanguardia, dove la Ginecologia, il nido e il polo materno- infantile troveranno finalmente casa”.

Carlo Martinelli

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