Aula del Consiglio comunale occupata a Iglesias. Questa mattina una decina di persone che partecipavano alla manifestazione contro il trasferimento di alcuni reparti del Centro traumatologico (Cto) si sono staccati dal corteo, partito da via XX Settembre, e hanno raggiunto il palazzo dando vita all’occupazione. Hanno chiesto un incontro urgente al presidente dalla Regione, Francesco Pigliaru.
“I manifestanti unitamente al Comitato Uniti per la salute e ai sindacati Cgil, Cisl e Uil – hanno scritto in una nota firmata da tutti i manifestanti – chiedono che il Cto venga classificato come ospedale di primo livello, aperto sette giorni su sette, 24 ore su 24, e rivendicano per tutto il Sulcis una sanità adeguata e rispettosa dell’articolo 32 della Costituzione”.
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La manifestazione. Il corteo, formato da circa 500 persone tra anziani, bambini, dis abili, lavoratori della sanità e amministratori comunali di entrambi gli schieramenti politici – assente il primo cittadinoEmilio Gariazzo – ha attraversato l’intero centro cittadino partendo dalla piazza davanti alla chiesa del Cuore Immacolato. Al suo passaggio, come ai tempi delle grandi manifestazioni dei minatori, le serrande delle attività commerciali sono state abbassate, in segno di solidarietà. Anche i bambini delle scuole elementari hanno interrotto le proprie attività didattiche al passaggio del serpentone. Antonio Achenza, un manifestante: “Invita alla salvaguardia della parte più debole della società, quella dei bambini e degli anziani”. Poi, una parte del comitato organizzatore, con altri cittadini, hanno a sorpresa occupato l’aula consiliare del Municipio: “Faremo un occupazione a oltranza, dichiara uno dei manifestanti, fino a quando la Regione non ascolterà le nostre ragioni”. Anche il parroco della chiesa San Pio X, don Giorgio Fois, nel popoloso quartiere di Serra Perdosa, chiama a raccolta i cittadini in una vertenza che vede tutti coinvolti.
La manifestazione, iniziata alle 9, si è conclusa intorno alle 12 dinnanzi all’ospedale CTO, dove sono state ancora una volta illustrate, da parte degli organizzatori, le ragioni del malcontento.
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Le ragioni. È la quinta volta che il “Comitato per la Salute”, un movimento popolare costituito da normali cittadini, scende in piazza, senza bandiere politiche o sindacali, per rivendicare una organizzazione della sanità del territorio che tenga conto delle esigenze primarie in fatto di salute. “Non è accettabile che il Sulcis Iglesiente veda ridimensionata l’accoglienza sanitaria per decenni apprezzata” – si legge in una nota dell’associazione Amici della Vita. E ancora: “Un anno fa abbiamo condiviso la necessità di una nuova e ragionevole organizzazione delle risorse ospedaliere del territorio, continua la nota, che proiettavano l’ospedale di Carbonia all’emergenza urgenza e il CTO alle chirurgie di elezione. Oggi osserviamo un preoccupante ridimensionamento dei servizi sanitari con l’elezione trasformata in week surgery operativa solo 4 giorni e mezzo, riducendo le possibilità della chirurgia programmabile. Il settore sanitario è sempre più “riserva di caccia” dei partiti politici. La sua decadenza, conclude la nota, rischia di assestare il colpo finale al Sulcis, vittima della più grave crisi economica, culturale e sociale dal dopoguerra”.
La riorganizzazione della rete ospedaliera messo a punto dalla Regione e dall’assessorato regionale alla Salute non piace. Vengono rivendicati i servizi sanitari primari messi in discussione, riducendo progressivamente le competenze in campo medico e chirurgico del territorio. Il Comitato denuncia situazioni paradossali come interventi chirurgici già programmati che saltano all’ultimo momento per mancanza del medico anestesista. Oppure il completo disorientamento dell’utenza che non sa più a quale ospedale rivolgersi in caso di urgenza. Oltre le liste d’attesa che si allungano all’inverosimile obbligando i cittadini a rivolgersi alle strutture sanitarie cagliaritane o dell’hinterland.
Carlo Martinelli