Iglesias, funzionaria trasferita per l’Anticorruzione: rivolta dei cittadini

A Iglesias il trasferimento di una funzionaria del  Comune, in virtù del principio di rotazione previsto dalla legge anticorruzione, ha creato un polverone. Al centro c’è Liliana Cruccas, prima all’ufficio Politiche sociali, ora ai servizi demografici. Contro il provvedimento c’è una raccolta firme, arrivata a quota 2.500, organizzata da tredici associazioni della cittadina che criticano quella che, all’apparenza, è una normale pratica amministrativa. Non solo: i contrari hanno anche annunciato una battaglia legale. A molti utenti e cittadini sembra di assistere alla lotta impari tra il gigante Golia e il giovane guerriero Davide. E come nel racconto biblico del primo libro di Samuele, la vicenda potrebbe anche riservare qualche sorpresa.

La storia. Il trasferimento della funzionaria, ufficialmente disposto dall’allora segretario generale Giovanni Basolu, porta la data del 27 novembre con decorrenza 1 dicembre 2015. Lo stesso giorno in cui il segretario generale ha cessato la sua collaborazione col comune. E viene disposto d’imperio, quindi senza accordo con l’interessata, in forza del “piano di prevenzione alla corruzione per monitoraggio di comportamenti in caso di conflitto d’interessi e rotazione del personale addetto alle aree a rischio di corruzione”. Poche righe ufficiali che non spiegano – secondo i contrari – le motivazioni reali del trasferimento ma che potrebbero essere interpretate secondo scenari a tinte fosche. Le male lingue parlan0, infatti, di presunti dissapori con il dirigente responsabile del servizio. Ma nessuno conferma né smentisce. E si scatena il finimondo.

Iglesias
La sede della ex provincia dove oggi ci sono gli uffici dei servizi sociali di Iglesias

La protesta, la battaglia in consiglio comunale. Un gruppo di associazioni, in tutto 13, grida allo scandalo: si raccolgono 2500 firme e si annunciano battaglie legali, per un provvedimento che definiscono “offensivo per la correttezza e onestà dell’interessata e in controtendenza rispetto proprio a quelle norme invocate per giustificarne il trasferimento”. Dai banchi della minoranza in consiglio comunale si sollevano le più vibrate proteste: “Pretendiamo di sapere se alla funzionaria vengono addebitati comportamenti non conformi alle norme anticorruzione per i quali è stato disposto il suo trasferimento” afferma Vito Didaci, del gruppo Piazza Sella. Liviana Cruccas si occupava di servizi sociali dal lontano 1980. “In circa 36 anni di servizio, tra i più delicati di una comunità – afferma Giorgio Madeddu dell’associazione Amici della Vita – la signora Cruccas ha potuto maturare una notevole esperienza con la quale, quasi in totale autonomia e in modo egregio, ha permesso proprio a quel comune che oggi non le è riconoscente, di rispondere alle innumerevoli e sempre maggiori istanze presentate. La mole di lavoro, da lei evasa in autonomia, oggi è stato spalmata su altri quattro impiegati. “Per questi motivi faremo appello – aggiunge Madeddu – alle tante persone che chiedono il suo reintegro nell’ufficio dei servizi sociali, per una battaglia sulla moralità civile. Ci sono tanti precedenti che affermano, come la stessa Anac, che le rotazioni devono assicurare la continuità amministrativa evitando la sottrazione di professionalità specialistiche. Inoltre troviamo davvero singolare che le rotazioni abbiano interessato solo questa funzionaria, con questa modalità, e la sua sostituta, e non abbiano invece interessato i dirigenti dei settori che hanno potere di firma e quindi decisionale. Eppure alcuni di loro ricoprono la medesima posizione da almeno due decenni. Comunque, conclude Madeddu, non vogliamo personalizzare la nostra posizione ma semplicemente salvaguardare e tutelare il disagio sociale”.

L’ufficio, il lavoro. E che qualche “scossone” nel proseguo dell’azione amministrativa ci sia stata lo dimostrano le proteste degli utenti di quell’ufficio, come Rosalba Salis, l’anziana mamma di due figli disabili, ormai adulti, che dagli scranni del consiglio non le manda a dire: “Sto ancora aspettando il pagamento di novembre e dicembre della legge 162 (che finanzia piani personalizzati, ndr) per pagare le persone che assistono i miei figli”, afferma con rabbia. Luigi Biggio, altro consigliere comunale (Fi), si spinge oltre: “Anticorruzione? Perché non vengono controllati i soldi pubblici sperperati convocando consigli comunali senza il numero legale”. E anche dai banchi della maggioranza arriva qualche critica. Alberto Cacciarru, dei Comunisti Italiani, presidente della commissione ai servizi sociali: “E’ dal mese di luglio che denuncio una situazione logistica degli uffici dei servizi sociali in cui la privacy non è per niente tutelata esponendo gli utenti a ulteriori disagi psicologici”.

Il primo cittadino. Il sindaco, Emilio Gariazzo, difende le scelte fatte: “Dobbiamo spersonalizzare i servizi, in particolare quelli più delicati, come appunto i servizi sociali, favorendo il passaggio delle competenze tra gli impiegati. I provvedimenti di rotazione non sono isolati, hanno riguardato il 10 percento della forza lavoro (ossia circa 15 dipendenti”. Dato non confermato da fonti interne, ndr. E aggiunge: “Siamo di fronte a atteggiamenti strumentalizzati e demagogici”. Ma lei, la protagonista di questa amara vicenda, cosa dice? Liviana Cruccas non rilascia dichiarazioni. Non potrebbe neppure farlo, anche volendo. Ha rispettato quella disposizione di servizio che ne dispone il suo trasferimento all’ufficio demografico del Centro Direzionale presentandosi puntualmente e professionalmente in ufficio. Un ufficio nuovo, che però non è il suo. Dove trascorrerà, se non sarà altrimenti, quei pochi anni che gli mancano alla pensione. E dove non potrà più aiutare quei cittadini, di cui sapeva tutto, che a lei si rivolgevano sapendo di poter contare in un “aiuto umano”. Perché non sempre le istituzioni non possono essere sempre e solo dei freddi uffici amministrativi.

Carlo Martinelli

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