Lo dicono in due intervista separate, senza che l’uno potesse sentire dell’altro, ma il pensiero identico: “Senza le nostre moglie non ce l’avremmo mai fatta”. A parlare sono Mario Nieddu e Alberto Zoccheddu. Il primo è il marito di Vittoria Serra (leggi qui il suo racconto); il secondo di Rita Auriemma (leggi qui la sua testimonianza), le due madri di ragazzi down intervistate da Sardinia Post in occasione della Giornata nazionale delle persone con sindrome di down. I loro figli sono Andrea e Simone (ecco la loro storia).
“Io – dice Nieddu – ero pilota di elicotteri nell’Arma. Mancavo da casa anche per settimane, faceva tutto mia moglie. Il nostro Simone deve a lei la sua autonomia”. Ma il lavoro occupa gran parte della giornata anche a Zoccheddu. “Mia moglie – osserva – fa il grosso, io sono quello delle rifiniture. Di Andrea ne se occupa principalmente lei, proprio per ragioni di tempo”.
I padri sembrano che, rispetto alle mamme, abbiamo più pudore nel raccontare i sentimenti verso questi figli diversi. Bambini diventati ragazzi e che hanno cambiato le famiglie. I due genitori concordano ancora una volta: “Il nostro matrimonio – dicono – o finiva per essere speciale, come poi è stato, o scoppiava del tutto”. Una cosa è certa: “la cura di un figlio down diventa priorità, obiettivo, complicità”. (al. car.)
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