È residente a Carbonia una dei quattro cinesi arrestati all’alba di oggi con un rosaio di accuse che vanno dall’associazione per delinquere allo sfruttamento del lavoro, passando per i reati fiscali di emissione ed utilizzazione di fatture su operazioni inesistenti. L’operazione, denominata Marco Polo, ha portato alla scoperta di una fabbrica di penne e pennarelli dove lavoravano senza diritti oltre quaranta persone, tutte extracomunitarie.
Al momento non è chiaro il ruolo della donna cinese residente a Carbonia rispetto all’organizzazione della fabbrica che si trova nel Torinese. I lavoratori erano costretti a stare nello stabilimento anche dieci ore al giorno. Non avevano riposi settimanali e venivano pagati in media 350 euro al mese. Solo in rari casi si arrivava a 600 euro. Nel corso dell’operazione, i militari dell’Arma e degli uomini delle Fiamme gialle hanno sequestrato anche 85mila euro in contanti, frutto degli illeciti tributari, stando alla ricostruzione degli investigatori.
LE FOTO DELLA FABBRICA
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