Il punto nascita del Sulcis sarà a Iglesias. Nessun dubbio nelle parole del commissario della Asl 7 Antonio Onnis: “Nell’ambito di una attività integrata fra i due ospedali ( il CTO di Iglesias e il Sirai di Carbonia ) il punto nascita e il polo pediatrico saranno ubicati al CTO di Iglesias. Questo è scritto nella delibera e questa è la nostra proposta che è assolutamente sostenibile sul piano organizzativo e su quello della sicurezza della mamma e del bambino”. Questa la sua dichiarazione resa ieri nel tardo pomeriggio nella sala mensa del CTO, dinnanzi all’assessore regionale alla Sanità Luigi Arru, i sindaci di Gonnesa, Domusnovas, Villaperuccio e Iglesias, consiglieri comunali, sindacati, medici e infermieri della Asl 7. Un incontro avuto dopo la visita al nuovo reparto ormai praticamente concluso. Manca solo la centrale dei gas medicali, già finanziata, la cui gara d’appalto è in corso di perfezionamento.
I timori. Dichiarazioni che però non convincono i presenti perché la delibera della Giunta regionale messa sotto accusa, la n. 38/12 del luglio scorso prevede, fra l’altro, che il punto nascita si trovi nella stessa struttura dove vengono trattate le emergenze-urgenze, la quale è stata individuata nell’ospedale Sirai di Carbonia che dovrebbe diventare DEA di primo livello. Da qui i timori e la diffidenza che dietro le dichiarazioni dei vertici della sanità si possa nascondere l’ennesimo scippo ai danni della sanità iglesiente.
L’assessore. Ma Arru precisa: “Non ci sono classifiche né livelli. Stiamo parlando della riorganizzazione delle acuzie attraverso la creazione di una “rete”, che significa condivisione di esperienze. Tre parole per comprendere il senso di questa riforma: sicurezza – appropriatezza – qualità, aggiunge Arru. Con al centro il paziente. La bassissima densità abitativa della Sardegna rende difficile la copertura del territorio con servizi sanitari adeguati. Ci sono paesi che hanno solo 35 abitanti per chilometro quadrato. E poi la Sardegna ha un altro triste primato, dice ancora Arru, la Sardegna è all’ultimo posto nella diagnosi precoce di malattie prevedibili. Ecco perché dobbiamo creare le case della salute e mettere a regime le Rsa (Residenza Sanitaria Assistita). L’integrazione deve superare il municipalismo”. E poi l’affondo: “ Ma anche noi medici dobbiamo accettare la trasformazione culturale che ci viene richiesta sottoponendoci alla valutazione del nostro operato”.
La delibera e la riforma. Arru poi ripete più volte: “Questa delibera comunque non è la bibbia. E’ una proposta su cui abbiamo fatto un ragionamento sulla base delle deduzioni di un gruppo di esperti formato da dieci professionisti delle direzioni sanitarie. Che possono anche aver sbagliato, come è accaduto a Nuoro dove io vivo e lavoro. Ecco perché siamo aperti a proposte e suggerimenti”. Ma poi, messo ancora alle strette su dove sarà collocato il punto nascita, stizzito, dichiara: “Si farà nel posto che garantirà la miglior sicurezza, modernità e umanizzazione alla donna del Sulcis Iglesiente”. Alla luce delle dichiarazioni rese pubblicamente dall’assessore regionale alla sSnità e dal commissario della Asl 7, la posizione dei componenti il “Comitato per la salute del Sulcis Iglesiente” però non cambia: sabato lo sciopero del territorio contro la riorganizzazione della rete ospedaliera decisa dalla Regione resta confermato. Poi Luigi Arru si è recato presso il Centro culturale dove ha partecipato all’incontro organizzato dal Pd cittadino aperto al pubblico e dove ha illustrato, nuovamente, come dovrebbe funzionare la nuova Sanità della Sardegna.
Carlo Martinelli
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