L’acquisto – deliberato nel 2006 – da parte della Regione della società Hydrocontrol di Capoterra, specializzata in ricerche in campo idrogeologico, fu un pessimo affare. Che, a giudizio della Corte dei conti, provocò un danno erariale di 842.637 euro. Una cifra che corrisponde alle perdite patite prima della decisione di mettere la società in liquidazione, alla fine del 2007.
Con questa motivazione i giudici della Corte dei conti hanno condannato, per colpa, i responsabili della decisione – l’allora governatore Renato Soru, il direttore generale della Regione Fulvio Dettori e l’allora assessore Carlo Mannoni – a rifondere il danno, dividendo la cifra in queste proporzioni: Soru 337.054, 80 euro; Dettori 290.265,40 e Mannoni 168.527,40. La posizione dell’attuale governatore, e all’epoca assessore alla Programmazione Francesco Pigliaru, è stata dichiarata prescritta.
In sostanza i giudici hanno accolto la tesi della procura (Pm Maria Antonietta Bussi) quanto alla responsabilità, ma hanno escluso che il dolo. La decisione di ricapitalizzare l’azienda con soldi pubblici, con lo scopo di salvare i posti di lavoro e il patrimonio immobiliare, era in contrasto con l’interesse dell’amministrazione perché l’azienda era evidentemente decotta. L’esclusione del dolo ha accorciato i tempi della prescrizione ed è per questo che l’attuale governatore non è stato chiamato a rifondere il danno.
In merito alla sentenza, si profila un ricorso alla Sezione giurisdizionale d’appello di Roma. Completata questa mattina la notifica delle motivazioni della decisione dei giudici erariali ai tre condannati, l’avvocato Michele Schirò ha annunciato ricorso in appello per l’ex assessore Mannoni. Lo stesso potrebbe fare il legale Giuseppe Macciotta, difensore di Soru, mentre Dettori non aveva nominato difensori. Dichiarata prescritta, invece, la posizione dell’attuale governatore Francesco Pigliaru, chiamato in giudizio dalla Corte dei Conti in un secondo momento e difeso dall’avvocato Enrico Salone. Contattato telefonicamente il legale Schirò non ha voluto commentare la sentenza, dichiarandosi, comunque, fiducioso di riuscire a dimostrare le regioni del suo assistito nel giudizio di secondo grado.
La ricapitalizzazione dell’ Hydrocontrol è stata fatta per “salvare un importante centro di ricerca nel sistema delle acque pubbliche tutelando i 29 lavoratori: non è forse lo stesso tentativo che il governo sta facendo con l’Ilva di Taranto?”. Così l’europarlamentare del Pd, Renato, Soru commenta la sentenza della Corte dei Conti che lo ha condannato per danno erariale. Soru, che annuncia ricorso in appello, si dice “sconfortato” per le accuse visto “l’impegno per risanare il bilancio regionale”.
“Devo forse pentirmi di aver cercato di salvare un’azienda strategica per la Sardegna? – si chiede ancora Soru – La Hydrocontrol poteva essere salvata ed è stata salvata: la Giunta ha attentamente esaminato il caso, operando una valutazione di carattere strategico: troppo importanti erano e si sono rivelate le competenze dei ricercatori Hydrocontrol per una Regione come la nostra tormentata dalla questione idrica. Ritenevamo di dover porre al centro il valore della ricerca, in un ambito come quello della gestione del sistema idrico regionale che proprio in quegli anni era interessato da una profonda riorganizzazione”. Ritornando sulle accuse di danno erariale, il segretario del Pd sardo ricorda “che nel 2004 mi sono ritrovato da neo presidente con 1,2 miliardi di deficit, ereditati dalla precedente amministrazione di centrodestra, che in quattro anni ho portato a zero, operando una spending review di quasi il 15% l’anno. Sono stato attento a ogni euro di spesa pubblica e ho agito nell’esclusivo interesse della mia comunità, prova ne sia che nessuno, tranne i lavoratori e la comunità stessa, hanno ricevuto benefici economici dal salvataggio della Hydrocontrol. Sono fiducioso – conclude Soru – che le ragioni e della mia buona fede saranno accolte nel ricorso in appello”.