Un rancore immenso, maturato per contrasti economici e poi degenerato in una forma di gelosia ossessiva. Per il quarantaquattrenne Giovanni Dessì, Massimiliano Usai era diventato un incubo, la causa di tutti i suoi mali. Credeva che l’avesse truffato nella gestione del bar che avevano aperto in società. E che insidiasse la moglie.
Anzi, secondo i testimoni, è stata quest’ultima ossessione a scatenare la furia omicida. Alle 19,30 di ieri, Dessì ha fatto irruzione nel bar del rivale, Massimiliano Usai, 42 anni, sposato e padre di due figli – il Ger.Bar., nel centro del paese – e, dopo avergli gridato con rabbia i suoi sospetti, l’ha colpito con almeno due coltellate, una al torace, l’altra al collo, uccidendolo.
E’ fuggito, ma ha fatto poca strada.I clienti non l’hanno perso di vista e hanno indicato ai carabinieri il luogo dove si era spostato. Una strada a poche decine di metri dal locale. E’ stato arrestato e condotto in caserma.
Nel paese l’ossessione di Dessì era nota a tutti. Passava continuamente davanti al bar e minacciava l’ex socio. Sosteneva che al tempo della gestione comune del locale rubava gli incassi. Nel giugno del 2011, sempre convinto che insidiasse la moglie, aveva colpito con un cacciavite Fabio Usai, il fratello minore della vittima, che se l’era cavata con delle ferite leggere e sette giorni di cure.
Dessì, denunciato per lesioni, aveva rapidamente ripreso a minacciare. Ed era apparso a tutti molto strano che nell’agosto scorso gli fosse stato consentito di aprire un altro locale, una pizzeria, poco distante dal Ger.Bar. Bastava che bevesse un po’, e si ripresentava per lanciare qualche insulto. O rivolgere al rivale minacce di morte. Che ieri ha messo in atto.