Nuova tappa dell’estate calda del mondo delle campagne. Venerdì alle 10:30 davanti ai cancelli dell’industria casearia dei F.lli Pinna a Thiesi il Movimento pastori sardi, a pochi giorni dalla assemblea-manifestazione di Tramatza, terrà un nuovo sit-in. Obiettivo generale della nuova ondata di protesta ripresa la scorsa settimana: denunciare la caduta del prezzo del latte. “Un calo – spiegano gli allevatori in una nota – che inevitabilmente determinerà da parte di molti di noi l’abbandono di questo antico mestiere con tutte le conseguenze economiche, ambientali e l’ulteriore spopolamento dei nostri paesi”. Mps all’attacco. “Per lungo tempo – continua – ci hanno fatto credere (anche attraverso importanti investimenti) che era necessario aumentare la quantità e la qualità del latte, con enormi sacrifici l’abbiamo fatto e oggi ci dicono che c’è un eccesso di produzione e magazzini pieni di formaggi: ecco l’inevitabile crollo del prezzo. Ancora una volta la mancata visione di un progetto globale mette in ginocchio il debole della filiera ‘il Pastore’. Nonostante il crollo del prezzo del latte i consumatori continuano a pagare il formaggio caro, molto caro. A tutto c’è un limite, noi adesso diciamo basta”.
“Vorremmo parlare di collaborazione e programmi insieme ai pastori, vorremmo parlare di litri di latte da produrre, di quantità e di tipologie di formaggi da collocare sul mercato senza creare eccedenze che determinano ribassi a tutta la filiera – spiega invece l’azienda -. Proponiamo quindi di trovare assieme ai pastori strategie comuni che ci permettano di incalzare le istituzioni, Regione e Governo, in generale tutto il mondo della politica, affinché ci aiutino ad individuare soluzioni e provvedimenti che consentano il superamento di questa grave crisi”. Non mancano le precisazioni sul difficile momento vissuto dal comparto. “Come la maggioranza delle aziende private la ditta Fratelli Pinna ha già pagato puntualmente per la campagna latte 2015-2016 un prezzo medio di oltre 85 centesimi di euro a litro a differenza della maggioranza delle cooperative e delle Organizzazioni professionali che a causa del crollo del pecorino romano purtroppo avranno difficoltà a liquidare lo stesso prezzo ai pastori”.
L’azienda respinge l’accusa “di voler far diminuire volutamente il prezzo dei formaggi. Ma a quale scopo? Noi che abbiamo i magazzini pieni di formaggio e abbiamo difficoltà come tutti a collocarli sul mercato? Sarebbe veramente un controsenso. La realtà – sottolinea l’azienda – è che tutti stiamo pagando il duro prezzo di una crisi di sovrapproduzione che nella nostra isola è un fenomeno ciclico. Aver trasformato in formaggi oltre 350 milioni di litri nel 2016 contro i 280 milioni di litri del 2014: 70 milioni di litri in più vogliono dire oltre 100.000 quintali in più di formaggio rispetto al passato. Tutto questo insieme al calo dei consumi e alla maggiore concorrenza dei formaggi vaccini ha fatto precipitare il prezzo dei nostri prodotti. Prova ne sia che tante aziende cooperative, ma anche private, hanno venduto in luglio forti quantità di latte nel mercato estero a meno di 0,75 euro al litro pur di non fare pecorino romano perché sanno che dal romano avranno difficoltà a realizzare quel prezzo. Le conseguenze di questi errori nella programmazione della produzione – conclude la ditta Fratelli Pinna – potrebbero avere anche ripercussioni sul futuro delle aziende”.