Tempi certi per la vaccinazione di ospiti e operatori da comunicare entro 48 ore, oppure i minori delle Comunità alloggio saranno dimessi con conseguente intasamento della clinica di Neuropsichiatria infantile. Non solo: non sarà accolto più nessuno, se non precedentemente vaccinato. E’ l’ultimatum lanciato da suor Silvia Carboni, responsabile della struttura ‘Emmaus’ di Elmas che accoglie sei minori con diagnosi psichiatrica. L’appello è rivolto all’Ats e arriva “dopo mesi in cui, con diverse note, congiuntamente ad altri enti abbiamo chiesto di inserire le comunità di minori nel piano vaccinazione“. Suor Carboni spiega che due giorni fa la comunità ha prenotato gli ospiti per la vaccinazione. Ma “sono stati dati 14 appuntamenti in orari diversi, ciò vuol dire che un operatore dovrà accompagnare i minori per 14 volte: è inaccettabile il trattamento riservato, considerato che nel resto del Paese gli operatori sono stati vaccinati contemporaneamente a quelli delle Rsa. Perché la Sardegna non ha riconosciuto la peculiarità della situazione delle comunità?”.
La responsabile di ‘Emmaus’ spiega anche che “una positività in comunità significa quarantena per tutti, una situazione che per due volte, da ottobre a oggi, abbiamo vissuto. E tuttavia la risposta degli organi istituzionali non è stata efficace”. E adesso, aggiunge, “ci troviamo ad assistere impotenti al grido di dolore della responsabile della Comunità per minori di Aritzo che ha indetto lo sciopero della fame per sollevare l’attenzione delle istituzioni e della stampa”. “Facciamo nostro l’appello”, annunciano i consiglieri regionali dei Progressisti, pronti a presentare un’interrogazione al presidente della Regione e all’assessore alla Sanità “per capire in che modo intendano intervenire per la soluzione di un problema che riguarda in primo luogo gli ospiti e gli operatori delle comunità e, in molti casi, anche numerose famiglie”.