Aumentano i casi di Hiv in Sardegna: “Picco nel 2017, informiamo i giovani”

Aumentano i casi di Hiv in Sardegna e quasi metà degli studenti intervistati lo scorso anno non usa il profilattico quando ha rapporti sessuali. È questo il quadro della situazione su Hiv e Aids nell’isola tracciato dalla Lila di Cagliari in occasione della Giornata mondiale per la lotta all’Aids. Promossa una marcia per le vie pedonali del centro, da piazza Yenne a piazza Garibaldi. La presidente Brunella Mocci mette il dito sulla piaga: “La percezione del rischio Hiv è molto confusa in tutte le fasce d’età – spiega  -. Bisogna attivare il Piano nazionale Aids, varato dal Governo da oltre un anno e senza finanziamento, che prevede azioni concrete rivolte alle popolazioni più vulnerabili, interventi per agevolare l’accesso al test e per permettere alle persone di conoscere il proprio stato sierologico ed entrare subito in terapia”. Il Piano prevede lo sviluppo integrato di tutte le strategie di prevenzione oggi disponibili: condom, femidom (il preservativo femminile), percorsi di educazione all’affettività e alle sessualità nelle scuole, implementazione della Tasp (terapia come prevenzione) e sperimentazione della Prep (profilassi per le persone che hanno un rischio di contrarre la malattia”.

“Va agevolato l’accesso al test – ribadisce Mocci -: alcuni Paesi europei stanno ottenendo importanti risultati nel contenimento dell’Hiv mettendo in atto proprio queste strategie”. A fronte dell’assenza delle istituzioni resta solo l’impegno del volontariato. La Lila aderisce alla campagna UnAids Know your status – Conosci il tuo stato sierologico, rafforzando l’offerta del test rapido per Hiv e Hcv (epatite C).

“In Sardegna i nuovi casi di Hiv registrati nel 2017 sono 61, più numerosi di quelli degli ultimi due anni”, spiegano dalla Lila. La metà dei 1.551 studenti incontrati nell’arco del 2018 ha già avuto rapporti sessuali e di questi solo il 48 per cento usa sempre il profilattico. “I ragazzi chiedono di essere informati con percorsi di educazione sessuale, 9 studenti su 10 sono favorevoli – sottolinea Giacomo Dessì, responsabile Scuola di Lila -: solo il 25 per cento sa che le persone con Hiv a carica virale non rilevabile non trasmette il virus, anche i media devono assumersi la responsabilità di comunicare in modo chiaro: Hiv e Aids non sono sinonimi”.

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