“Prima di chiudere definitivamente la questione ci tengo a fare un’ultima precisazione. È vero, ho provato rabbia e tristezza nel vedere tutti quei libri portati via, e che mi sono impuntato sul voler sapere a tutti i costi dove fossero finiti, sentivo doveroso pretenderlo, ma con il passare delle ore emergono dinamiche più importanti di queste, come i sentimenti di chi sta vivendo le conseguenze di questa leggerezza, di chi si è trovato all’improvviso investito da un cataclisma mediatico travolgente e doloroso”. Lo scrive Massimo Mameli sul proprio profilo Facebook tornando a parlare del ‘prelievo’ di libri avvenuto qualche giorno.
“Certo, concordo sul fatto che abbiano sbagliato a portare via i libri in quel modo – scrive – , ma mi vengono in mente tutti i miei sbagli fatti e che continuo a fare, e di quanto nella vita l’errore sia sempre stato per me la più grande opportunità per capire quali sono i limiti da non superare per non ferire gli altri. Loro sono due bravi ragazzi con la passione per i libri che non volevano far del male a nessuno, che non pensavano minimamente di ferire qualcuno, hanno commesso una leggerezza, ma a fin di bene, i libri erano davvero destinati a qualcuno che ne aveva bisogno. Si sono scusati, porteranno altri libri e ci tengono a precisare che le cicche per terra non erano le loro. L’argomento per noi è più che chiuso e ora siamo più sereni”.