L’ospedale San Martino di Oristano nella fascia di eccellenza sulle cure della frattura al femore, degli infarti e della laparoscopia. I riconoscimenti sono contenuti nell’ultimo rapporto di Agenas (Agenzia nazionale per la salute) che, per conto del Ministero, verifica i livelli di efficacia, sicurezza e qualità dell’assistenza sulla base di 158 indicatori. E il San Martino migliora le performance rispetto allo scorso anno. Sotto la lente, sette aree cliniche: cardiocircolatorio, nervoso, respiratorio, chirurgia generale, chirurgia oncologica, gravidanza e parto, osteomuscolare.
Il primo primato della Asl di Oristano è la frattura del femore. “Uno dei parametri maggiormente indicativi nel misurare la qualità delle cure – si legge in una nota – è quello relativo ai tempi di intervento. Il reparto di Oristano, diretto da Andrea Ruiu, opera entro due giorni il 73,80 per cento dei pazienti. Si tratta del dato migliore in Sardegna che supera di ben 20 punti la media italiana (ferma al 54.64%). L’anno scorso la percentuale era del 62,38”.
Altra eccellenza della sanità oristanese è la percentuale dei cesarei che “secondo lo standard nazionale – è scritto ancora nel comunicato della Asl – non dovrebbe superare il 25 per cento del totale dei parti effettuati nel punto nascita”. A Oristano, nell’unità di Ginecologia e Ostetricia diretta da Antonio Succu, si viaggia su una media del 21,50. “È ancora un dato che consegna al San Martino il miglior risultato a livello regionale per il secondo anno consecutivo”.
L’ospedale di Oristano è primo in Sardegna “anche per ciò che riguarda la percentuale di pazienti trattati entro due giorni con angioplastica, un intervento mini invasivo mirato a dilatare le arterie coronariche per ripristinare un adeguato flusso sanguigno ed evitare l’infarto – proseguono dalla Asl – . In questo caso, la tempestività dell’intervento è fondamentale per migliorare gli esiti di cura e, se lo standard nazionale fissa come standard minimo il 60 per cento, al San Martino la percentuale è del 65,65, nel reparto guidato da Antonio Caddeo, contro una media nazionale del 43,32″.
Infine la colecistectomia laparoscopica, ovvero l’asportazione dei calcoli cistifellea con intervento mini invasivo. “L’operazione – spiegano ancora dalla Asl – comporta un ricovero e una convalescenza più brevi rispetto al cosiddetto intervento “a cielo aperto”, eseguito con il classico taglio chirurgico. Per valutare la performance della struttura viene utilizzata la durata della degenza post-operatoria che, per raggiungere un livello ottimale, dovrebbe essere inferiore a tre giorni per almeno il 70% dei pazienti operati. A Oristano, n el reporto diretto Gianfranco Porcu, la percentuale è dell’85,96% dei pazienti operati per via laparoscopica e dimessi entro i tre giorni, contro una media nazionale ferma a 69,18”.
Dalla Asl rilevano anche le criticità, “nella chirurgia oncologica, soprattutto considerando i volumi di attività che sono comunque in crescita rispetto al 2014. Complessivamente però, il quadro restituito dall’agenzia Agenas è quello di un ospedale con diverse punte di eccellenza nel panorama sardo e un trend in continuo miglioramento”.
Questo il commento della commissaria della Asl 5, Maria Giovanna Porcu: “I dati certificati dal rapporto Agenas 2016 fanno emergere il grosso sforzo compiuto dalla nostra Azienda per migliorare le proprie performance e consegnare ai cittadini una sanità più efficace ed efficiente. I risultati raggiunti sono il frutto di un lavoro di squadra che ci ha impegnato intensamente: la Direzione Generale, in questo processo, ha avuto un ruolo di guida, assegnando degli obiettivi ai responsabili di struttura e supportandoli nel percorso di miglioramento delle performance. Siamo arrivati a questi esiti grazie a un percorso di formazione mirato a migliorare le competenze tecnico-professionali e trasversali, all’elaborazione di specifici percorsi diagnostico-terapeutici e alla messa in campo di strumenti, come gli audit, che ci permettano di monitorare in maniera sistematica la qualità dell’assistenza”.