Foto sessista contro sindaca di Pula pubblicata e rimossa da blog

La fotografia, pubblicata da un blog e poi rimossa, rappresenta la sindaca di Pula (Cagliari), Carla Medau, rivolta contro un muro e con le mani alzate. Una rappresentazione, attribuita alla opposizione, che ha suscitato sdegno ed è stata giudicata un “attacco sessista” ed “emblema della violenza contro una donna, una amministratrice pubblica, una rappresentante delle istituzioni”.

E’ stata la stessa prima cittadina a stigmatizzare l’immagine con un post su Facebook: “Una vicenda grottesca, due anni di cinismo e bassezze nei miei confronti, senza alcun rispetto personale o del ruolo che ricopro. Che vengano allo scoperto i nomi di questa macelleria politica”. “Ringrazio di cuore tutte le amiche e gli amici, le colleghe e i colleghi sindaci e tutte le personalità istituzionali che mi hanno manifestato la loro vicinanza ed una sentita ed autentica solidarietà”, ha precisato Medau.

Mentre la consigliera regionale Anna Maria Busia (Cd) ha invitato a non abbassare “la guardia davanti a violenza subdola e screditante. È una violenza meno chiassosa di quella legata alle minacce palesi, agli invii di proiettili destinati ai sindaci dei nostri territori. È, però, più subdola, più insidiosa, screditante. E’ finalizzata a destabilizzare, ma anche a scatenare le battute da bar, il dileggio, la volgarità. Non dobbiamo abbassare la guardia, vigiliamo su tutto. Carla Medau ha la mia solidarietà e il mio sostegno. Spero insieme a quello di molti altri, anche degli uomini che tornano a casa da mogli, figlie, sorelle e non devono chiedere scusa per essere stati dei vigliacchi”.

Solidale con la sindaca e contro la “vignetta sessista” anche il presidente del Consiglio regionale, Gianfranco Ganau: “Ritengo vergognoso quanto accaduto – sostiene Ganau – il dissenso politico e le divergenze di opinione anche su scelte amministrative non condivise non possono in alcun modo giustificare reazioni e azioni di questo tipo. Siamo uomini delle istituzioni e sta a noi garantire per primi la cultura del rispetto”.

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