Aveva fatto credere ad una quattordicenne di essere un ragazzino di 17 anni, facendosi così spedire via telefonino delle foto che la ritraevano semivestita se non addirittura completamente nuda. Peccato che Giampaolo Satta, originario di Bono (Sassari) di anni ne avesse 46 e ora per quella vicenda che risale al 2008 è stato condannato a otto anni di carcere. La sentenza è stata pronunciata oggi dal collegio della seconda sezione penale del Tribunale di Cagliari, presieduto da Massimo Costantino Poddighe, che ha inflitto la condanna contestando il reato di produzione di materiale pedopornografico.
L’uomo è stato invece assolto dall’accusa di aver diffuso quelle immagini su altri telefonini. Una sentenza pesante proprio per la particolare gravità del reato che risulta di competenza distrettuale: per questa ragione, anche se i fatti si sono verificati nel Sassarese, le indagini e il processo si sono radicati a Cagliari. Secondo l’accusa il cinquantenne si sarebbe spacciato per un diciassettenne e, dopo aver ottenuto il numero di telefono di una ragazzina di appena 14 anni contattata su internet, era riuscito a conquistare la sua fiducia, facendosi mandare delle foto che la ritraevano sempre meno vestita. Solo alla prima telefonata vera e propria, sentendo la voce, la ragazzina aveva scoperto che si trattava di un adulto informando subito i genitori che avevano fatto scattare la denuncia, finita per competenza alla Direzione distrettuale antimafia di Cagliari. L’accusa era rappresentata in aula dal pm Alessandro Pili.