Ancora in piazza, sotto i portici del palazzo del Consiglio regionale a Cagliari, ma stavolta per tre giorni di fila, fino a venerdì 28 giugno: a quasi un mese dall’ultima manifestazione i lavoratori e i sindacati del Corpo forestale della Sardegna ritornano alla carica per chiedere lo stesso riconoscimento giuridico riservato alle forze di polizia, così come previsto dalla legge Madia per le regioni a statuto ordinario. Del corpo forestale della Sardegna fanno parte 1.300 lavoratori distribuiti in 82 stazioni forestali, 10 basi navali e 11 basi antincendio. L’equiparazione alle forze di polizia consentirebbe anche il turnover del personale con età pensionabile inferiore, come previsto per i lavori usuranti. Attualmente, infatti, l’età media dei dipendenti è di 58 anni e, in questo modo il ricambio generazionale, denunciano i sindacati, non è garantito.
“L’apparato antincendio e quello di protezione civile sono destinati ad implodere in pochi anni – spiega il segretario del sindacato Fendres Safor, Ignazio Masala – solo una reale
riforma del Corpo Forestale Sardo, che equipari l’inquadramento dal punto di vista giuridico, pensionistico, ordinamentale ed economico, del personale a quello delle altre forze di polizia
ad ordinamento civile, può garantirne la continuità. Dopo la scorso sit-in – aggiunge – il presidente della commissione Autonomia ci ha detto che entro giugno il problema sarebbe stato posto all’attenzione dell’Aula con un disegno di legge, oggi intanto abbiamo chiesto un incontro con i capigruppo”.