Riprende domani nella Sala polifunzionale dei Musei Vaticani, e si avvia definitivamente verso la fase conclusiva, il processo sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e sulla compravendita del palazzo di Londra, dopo la pausa estiva e dopo che il 26 luglio scorso, al termine di una requisitoria durata sei udienze, il promotore di giustizia Alessandro Diddi ha formulato le sue richieste d’accusa. Ora, fino al 6 dicembre prossimo, sono in calendario altre 18 udienze, di cui le prime tre – domani, giovedì e venerdì – dedicate alle conclusione delle parti civili, quindi Ior, Segreteria di Stato, Apsa, Aif e monsignor Alberto Perlasca, e di seguito altre 15 per le richieste delle dieci difese.
A seguire, quindi prima di Natale, si andrà alla sentenza, quasi due anni e mezzo dopo l’inizio del processo in aula. Lo scorso 26 luglio, alla 67sima udienza del maxi-procedimento, il pg Diddi aveva chiesti per i dieci imputati complessivamente 73 anni e un mese di reclusione, più pene interdittive e pecuniarie di vario tipo. Questo l’elenco delle richieste di pene detentive: per il cardinale Angelo Becciu 7 anni e 3 mesi di reclusione; per l’ex presidente Aif René Bruelhart 3 anni e 8 mesi; per mons. Mauro Carlino, ex dell’Ufficio amministrativo, 5 anni e 4 mesi; per il consulente finanziario Enrico Crasso 9 anni e 9 mesi; per l’ex direttore Aif Tommaso Di Ruzza 4 anni e 3 mesi; per l’ex manager Cecilia Marogna 4 anni e 8 mesi di reclusione; per il broker Raffaele Mincione 11 anni e 5 mesi; per l’ex funzionario della Segreteria di Stato Fabrizio Tirabassi 13 anni e 3 mesi di reclusione; per l’avvocato Nicola Squillace 6 anni; per l’altro broker Gianluigi Torzi 7 anni e 6 mesi di reclusione. I reati in discussione vanno, a vario titolo, dall’abuso d’ufficio al peculato, dall’estorsione alla corruzione, dalla truffa all’appropriazione indebita, fino al riciclaggio, all’auto-riciclaggio e alla subornazione di testimone.