Il pubblico ministero Marco Cocco si è associato alle richieste della difesa di Mario Diana, ex capogruppo del Pdl, mettendo a disposizione i documenti sequestrati per consentire al perito del Tribunale di completare una perizia calligrafica su un assegno firmato da lui ma che sarebbe stato falsificato per l’acquisto di due Rolex. I difensori Pierluigi Concas e Massimo Delogu, trovando d’accordo anche il titolare dell’accusa, hanno chiesto ai giudici di comparare la calligrafia con quella di un dipendente del gruppo. Il sospetto è che l’assegno firmato da Diana per comprare materiale di cancelleria, sia stato ritoccato e poi intestato a una gioielleria per acquistare i due orologi di lusso, con una spesa di 6mila euro.
Proprio l’acquisto dei Rolex è una delle imputazioni che vengono contestate dalla Procura all’allora capogruppo accusato di peculato aggravato nell’ambito dell’inchiesta sull’utilizzo ritenuto illecito dei fondi riservati ai gruppi del Consiglio regionale della Sardegna (sono coinvolti una novantina di ex consiglieri della XIII e XIV legislatura). A Diana vengono contestate spese per circa 200mila euro, che arrivano complessivamente a 600mila comprendendo quelle avvallate agli altri consiglieri.
Sul banco dei testimoni è poi salita l’ex assessora regionale alla Sanità, Simona De Francisci, indagata per reato connesso in merito al presunto acquisto di penne Montblanc in concorso con Diana e Sisinnio Prias. Nessuna domanda sulla vicenda delle stilografiche ma solo sulle regole interne al gruppo consiliare del Pdl. “I verbali delle riunioni si facevano solo per quelle convocate via email con un ordine del giorno – ha risposto alla difesa – ognuno di noi consiglieri aveva a disposizione delle risorse per organizzare convegni o proposte di legge, ma previa autorizzazione del capogruppo”. Il 23 marzo si torna in aula: il perito chiarirà se l’assegno è realmente stato contraffatto.
[Foto d’archivio]