Una notte di lavoro, un tritacarte preso in prestito e portato negli uffici del Consiglio regionale. Poche ore per distruggere fatture e scontrini sulle spese di due gruppi: prima il Pd, poi l’Udc. Spese pagate con i fondi ai gruppi su cui era stata appena aperta, nel 2009, l’inchiesta della Procura di Cagliari, prima in in Italia a muoversi su questo spinoso fronte. Il retroscena, rivelato da La Nuova Sardegna oggi in edicola, arriva dal racconto di una funzionaria regionale, Lucia Viccaro, chiamata in quelle ore a sistemare i documenti da far sparire. Su questi nuovi dettagli indagano carabinieri e Guardia di finanza, fatti che potrebbero entrare anche nel dibattimento in corso a carico di decine di Onorevoli delle due ultime legislature.
In pochi sapevano del blitz, alcuni consiglieri regionali ignari contavano su quelle “pezze giustificative” per rispondere alle contestazioni del pm Marco Cocco. Poi sparite per sempre. E l’azione ora si muove proprio sulla mancata rendicontazione delle spese istituzionali. Le uniche prove per attestare l’uso lecito, a scopo istituzionale, dei fondi ai gruppi. Perché quindi, in quei concitati momenti, far sparire i documenti?
L’azione della magistratura è partita grazie ai racconti della super testimone, la dipendente regionale Ornella Piredda. E da una sua denuncia per mobbing.
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