Figlio conteso, la lettera della madre: “Mi portano via un pezzo di cuore”

La lettera struggente della madre e il padre che insiste: “il tribunale ha stabilito che il bambino ha bisogno di stare con entrambi i genitori”. Dalle pagine del quotidiano La Nuova Sardegna emerge un altro capitolo della vicenda del bimbo di due anni conteso tra la mamma, un’ infermiera sarda di 29 anni di Ossi (Sassari) che ha portato con sé il piccolo trasferendosi nell’Isola, e il padre, professionista francese che vive a Nimes. Ed è proprio nella città del sud della Francia che i giudici del tribunale dei minori di Sassari, con un recente decreto, hanno deciso che il bimbo deve tornare, in attesa che sulla vicenda si esprimano definitivamente i giudici francesi e quelli italiani.

Negli stralci della lettera la madre spiega di non capire “la decisione della giustizia. Un pezzo di anima e di cuore mi verrà portato via. Verrà allontanato da sua madre, dai suoi amichetti e dalla sua famiglia solo perché abbiamo deciso di vivere sereni e circondati da tanto amore. È felice qui con me, se lo portano via non lo sarà più. Di colpo non vedrà più sua madre che dovrà fare i conti con un altro tribunale e con un’altra giustizia per poterlo vedere. Tutto questo è straziante – dice ancora la donna – mi chiedo perché non abbiamo diritto di vivere nel nostro paese, l’Italia, senza togliere al bambino il suo equilibrio. E senza togliergli suo padre. Nessuno gli impedisce di stare anche con il padre”. “Quello che mi spezza il cuore è che in tutta questa vicenda chi pagherà le conseguenze maggiori sarà mio figlio. Questa esposizione mediatica gli nuocerà in futuro – spiega il papà – Il bambino qui in Francia stava bene, viveva in un ambiente familiare sereno. Tra me e lei è finita, come succede a tante coppie, non eravamo compatibili. Siamo andati insieme dal giudice e lei, nel momento in cui lo ha portato via privandolo improvvisamente di suo padre, non ha fatto l’interesse di suo figlio. Ma solo il proprio. Tutte le accuse che mi ha mosso sono false, parla di violenze psicologiche perché sono impossibili da provare”.

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