Alessandria ha una piazza dedicata al premio Nobel per la letteratura Grazia Deledda. Due giorni fa la cerimonia dell’intitolazione della piazza e la festa organizzata dal circolo “Su Nuraghe”. Erano presenti alla cerimonia per la città di Alessandria il sindaco Gianfranco Cuttica di Revigliasco, l’assessore alla toponomastica Cinzia Lumiera e il presidente del Consiglio comunale Emanuele Locci. Arrivati dalla Sardegna Luigi Crisponi, assessore alle Tradizioni, cultura e radici del territorio di Nuoro e Gianluigi Matta in rappresentanza della Regione.
“Il ricordo della grande scrittrice Sarda cui Alessandria intitola la piazza riconoscendone il fondamentale apporto al patrimonio della letteratura italiana e internazionale – hanno detto gli amministratori locali – ha offerto al contempo l’opportunità di cogliere la molteplicità di iniziative e sottolineature culturali rafforzative del profondo legame, già oggi esistente, tra la comunità alessandrina e le espressioni civiche più eloquenti della cultura sarda, rappresentate anche dal Circolo Culturale Sardo”. Tante le manifestazioni collaterale organizzate dal circolo sardo “Su Nuraghe”.
“Siamo felici e orgogliosi – spiega il presidente Sebastiano Tettei -. Si cementa così sempre di più l’intesa istituzionale tra il sindaco, Gianfranco Cuttica di Revigliasco e la comunità dei sardi riunita nel Circolo Su Nuraghe. La piazza è stata intitolata a Grazia Deledda su nostra proposta al Presidente del consiglio. La nostra proposta è stata accolta da tutto il consiglio comunale che all’unanimità ha deliberato l’inizio dell’iter per arrivare finalmente all’inaugurazione”.
Dopo la cerimonia di inaugurazione si è tenuta la sfilata dei “Boes e merdùles” le maschere della tradizione barbaricina tipiche del carnevale di Ottana.
Successivamente si è tenuto un incontro letterario dedicato a Grazia Deledda, moderato dal docente universitario Simone Pisano e dopo lo spettacolo teatrale di Valentina Sulas che ha portato in scena curandone anche la regia “La Madre del prete” tratta dal romanzo di Grazia Deledda.