Si è scagliato sulla moglie con ferocia e violenza, l’ha pugnalata almeno quaranta volte, mentre lei tentava di fuggire e proteggersi. Poi si è accoltellato varie volte al petto, tentando di uccidersi. È ricoverato nel reparto di Cardiochirurgia del Brotzu, Giovanni Murtas, il falegname disoccupato di 57 anni che ieri pomeriggio ha ucciso la moglie Marisa Pireddu, di 51 anni, dopo una lite nella loro abitazione in via Turati a Serramanna. L’uomo è stato operato nella notte a causa delle gravi ferite che si è procurato al cuore e ai polmoni. Le sue condizioni sono gravi ed è ancora in pericolo di vita e in prognosi riservata. Nelle prossime ore sarà formalizzato l’arresto per omicidio.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, prima di ieri pomeriggio nella casa al numero 42 di via Turati non si erano registrati litigi violenti, tanto da richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. Ieri intorno alle 18 è scoppiata la furibonda lite e Murtas ha ucciso la moglie. Il 57enne ha afferrato un coltello costruito da lui stesso quando faceva il falegname, uno stiletto con una lama di 20 centimetri, e si è scagliato sulla moglie colpendola ripetutamente alla schiena, ai fianchi, alle gambe, al collo mentre la 51enne tentava di fuggire e proteggersi: è stata ferita anche alle braccia e al collo proprio mentre tentava di proteggersi. Dopo averla accoltellata, ha tentato di suicidarsi ferendosi due volte al petto, durante queste fasi si è anche affacciato alla finestra urlando alcune frasi: “Non ce la faccio più senza di lei, non ce la potrò fare”. Poi si è steso accanto al cadavere della moglie in camera da letto dove lo hanno trovato i medici del 118 e i carabinieri. Nelle prossime ore il pm, Nicola Giua Marassi, che coordina le indagini dei militari della Compagnia di Sanluri, affiderà l’incarico al dottor Roberto Demontis per l’autopsia che sarà eseguita nei prossimi giorni.
Dalle prime indagini dopo il delitto è emerso che l’uomo era insofferente alle restrizioni previste dal Dpcm sul coronavirus. Nei giorni precedenti al delitto, l’ex falegname che lavorava a volte come giardiniere a chiamata, era stato multato due volte per aver violato le norme sugli spostamenti. In entrambe le occasioni aveva dichiarato alle forze dell’ordine che le restrizioni erano un’eccessiva limitazione della libertà personale e, davanti anche ad altre persone, aveva urlato che si trattava di un complotto. Tra le mura domestiche ha poi sfogato la sua rabbia contro la donna, prima di cercare di uccidersi.