Evasione fiscale milionaria, al via processo a “re delle discoteche sarde”

Era stato catturato in Kenya ai primi di aprile in seguito ad un mandato di cattura internazionale emesso dalla Procura di Nuoro per un’evasione fiscale di 17 milioni di euro e subito estradato. Mario Mele, il nuorese di 55 anni soprannominato il “re delle discoteche sarde”, si è presentato oggi nell’aula del tribunale di Nuoro – accompagnato dalle guardie del carcere di Badu ‘e Carros in cui è detenuto – per l’udienza del processo che lo vede imputato con l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al compimento di reati fallimentari, societari e tributari, di bancarotta e reati fiscali.

Davanti al collegio di giudici – presidente Giorgio Cannas, a latere Tommaso Bellei e Antonella Useli Bacchitta – hanno deposto tre testi del Pm Andrea Ghironi. In particolare un maresciallo della Guardia di Finanza ha ricostruito una parte della storia delle società costituite da Mele e degli altri imputati, con l’obiettivo di nascondere al fisco diversi milioni di euro all’anno ricavati dagli incassi di tre locali notturni: il Pata Pata ad Agrustos (Budoni), il Buddha del Mar a San Teodoro e il Boca Chica a Nuoro. Tutto questo sarebbe avvenuto grazie ai prestanome di varie società che si alternavano nella gestione delle discoteche, in alcuni casi senza pagare dipendenti e fornitori. I soldi incassati sarebbero stati rinvestiti in appartamenti e terreni. Mele ha assistito all’udienza, senza mai togliere gli occhiali scuri, insieme ai suoi avvocati Giovanni Azzena e Pietro Pittalis, che hanno annunciato di voler presentare nei prossimi giorni istanza di scarcerazione per il loro assistito. Nella prossima udienza, fissata per il 7 luglio, saranno sentiti altri testi dell’accusa.

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