La guardia di finanza di Parma, in collaborazione con la Procura locale, ha scoperto un’evasione di otto milioni di imposte. A capo vi era una fitta rete di società cartarie, in tutto diciannove. Nel corso dell’esecuzione del provvedimento del Gip, sono state contestualmente effettuate perquisizioni nelle province di Parma, Reggio Emilia, Modena, Grosseto, Ferrara, Milano, Napoli, Nuoro, Verona, Pistoia e Crotone, anche con l’ausilio di cash-dog, ossia cani addestrati dalla Guardia di Finanza a fiutare l’odore dei soldi.
L’operazione ha portato alla custodia cautelare in carcere di due persone (Alessandro Vitale e Matteo Allegri), agli arresti domiciliari per altri tre (Fabrizio Campanari, Faouzi Zekri e Vincenzo Acampa) mentre una sesta persona è ancora irreperibile. In tutto risultato indagate 46 persone per un totale di 77 capi di imputazione, fra cui l’emissione fraudolenta di fatture per operazioni emissione di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta mediante uso di fatture per operazioni inesistenti, circonvenzione di incapaci, ma anche associazione per delinquere finalizzata a commettere delitti di frode fiscale.
Con un decreto è stato disposto il sequestro preventivo di 7,8 milioni pari all’ammontare delle imposte complessivamente evase. I soggetti che venivano utilizzati come prestanome venivano suddivisi, secondo l’accusa, in tre categorie: quelli che devono fare, quelli che devono parlare e quelli che devono fallire.
L’organizzazione, secondo quanto sostiene l’accusa, si sarebbe anche avvalsa di conti correnti cinesi che servivano per ottenere immediata disponibilità di contante decurtata del 2 per cento, riconosciuto come commissione. Le imprese coinvolte nell’impiego di fatture false operavano nei settori di meccanica generale, fabbricazione di macchine per l’industria alimentare e costruzione di altre opere di ingegneria civile.