Esposti gli abiti delle donne violentate, una mostra per combattere i preconcetti

Il look come invito alla violenza? Uno stereotipo da sconfiggere anche alla luce del report dell’Istat sui ruoli di genere: quasi il 24 per cento della popolazione pensa che le donne possano provocare la violenza sessuale con il loro modo di vestire. Per questo diventa ancora più importante la mostra-installazione arrivata per la prima volta in Sardegna. ‘What Were You Wearing?’ – Com’eri vestita?’ è stata allestita negli spazi del Teatro Massimo di Cagliari. Un percorso espositivo che racconta storie di abusi e molestie e accanto gli abiti a rappresentare, in maniera fedele, l’abbigliamento che indossava la donna al momento dell’aggressione. Arriva in Italia grazie all’associazione Libere sinergie che ne ha proposto un adattamento al contesto socio culturale del nostro Paese. Se Non ora quando e Sinergia femminile, con il partenariato di Cgil e Centro donna Cgil Cagliari, hanno deciso di portarla anche nell’Isola. “Con l’obiettivo di smantellare gli stereotipi che colpevolizzano le vittime e sensibilizzare la comunità su un tema ancora troppo sommerso – spiega Diletta Mureddu, referente del progetto e responsabile politiche di genere della Cgil sarda – ‘Com’eri vestita?’ è una domanda violenta e presuppone una corresponsabilità della vittima, come se la scelta su cosa indossare desse poi una sorta di diritto ad aggredire o violentare una donna”. La mostra-installazione ha origine nel progetto di Jen Brockman, direttore del centro per la prevenzione e formazione sessuale di Kansas, e di Mary A. Wyandt-Hiebert, responsabile delle iniziative di programmazione presso il Centro di educazione contro gli stupri dell’Università dell’Arkansas dove la mostra è stata esposta per la prima volta nel 2013.

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