18 anni in carcere da innocente, assolta ‘la mente’ del sequestro Licheri

La Corte d’appello di Perugia ha assolto Pietro Paolo Melis ritenuto, dall’accusa, la “mente” del sequestro della possidente di Abbasanta (Oristano) Vanna Licheri, rapita il 14 maggio 1995 e morta durante la prigionia. Melis, che era stato condannato a 30 anni di carcere, dopo averne trascorsi 18 anni in cella le sbarre lascerà il carcere di Badu e Carros. “Il collegio ha disposto l’immediata scarcerazione dell’ imputato” ha spiegato all’ANSA uno dei difensori di Melis, l’avvocato Alessandro Ricci. “Il nostro assistito – ha aggiunto – tornerà libero già nel pomeriggio”.

“E’ il giorno più bello della mia vita”, ha detto Melis appena arrivato a casa sua dopo essere stato scarcerato. “Ringrazio i miei familiari – ha detto ancora Melis – per essermi stati sempre vicini e gli avvocati Alessandro Ricci e Maria Antonietta Salis per aver creduto nella mia innocenza”. Melis, che si è sempre proclamato estraneo al sequestro, è stato assolto al termine del processo di revisione. La Corte d’appello di Perugia ha riaperto il procedimento accogliendo un’istanza dei difensori, gli avvocati Ricci e Maria Antonietta Salis. Questi, con una consulenza di parte avevano infatti messo in discussione una perizia fonica che all’epoca riconobbe la voce dell’imputato in un’intercettazione ambientale registrata in un’auto. I legali mediante l’utilizzo di sofisticati software Idem e Start-tre sono però giunti a conclusioni diverse e ora i giudici hanno accolto la loro ricostruzione. “La più grande soddisfazione. Difficile in questo momento di forte emozione dire di più. Un risultato che appaga pienamente gli sforzi profusi per l’affermazione dell’innocenza di un uomo detenuto da 19 anni” il commento degli avvocati Ricci e Salis. Vanna Licheri, possidente di 68 anni, di Abbasanta (Oristano), venne rapita nel suo podere il 14 maggio 1995 e non è più stata ritrovata. La morte della donna sarebbe avvenuta nell’ottobre 1995 quando cessarono i contatti fra rapitori e familiari.

(foto Archivio Unità)

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