Eolico e fotovoltaico, allarme ecologisti: Isola destinata a diventare una servitù

Il progetto per realizzare una centrale eolica tra Siurgus Donigala e Selegas mette in allarme gli ambientalisti del Gruppo d’intervento giuridico: quattordici pale eoliche alte 220 metri per un’area interessata di circa 720 ettari. Ma non è l’unico, nell’Isola infatti ci sarebbero più di ottanta richieste per realizzare nuovi impianti fotovoltaici. Domande che se venissero accettate, secondo l’associazione trasformerebbero la Sardegna in una “servitù energetica”.

“Al 20 maggio 2021 – spiega il gruppo ecologista – risultavano presentate 21 istanze di compatibilità ambientale per altrettante centrali eoliche, per una potenza complessiva superiore a 1.600 megawatt, corrispondente a un assurdo incremento del 150 per cento del già ingente comparto eolico isolano. A queste si sommano circa ottanta richieste di autorizzazioni per nuovi impianti fotovoltaici. Complessivamente sarebbero interessati più di 10 mila ettari di boschi e terreni agricoli. Ormai il quadro è chiaro, la Sardegna sembra proprio destinata a diventare una piattaforma di produzione energetica, un’Isola destinata all’ennesima servitù”.

Secondo i numeri di Terna, che gestisce la rete elettrica, citati dal Grig nell’Isola oggi sono presenti 18 impianti idroelettrici, 52 termoelettrici, 593 impianti eolici, 38.014 fotovoltaici. “Il dato fondamentale della ‘fotografia’ del sistema di produzione energetica sardo – prosegue la nota – è che oltre il 38 per cento dell’energia prodotta ‘non serve’ all’Isola e viene esportato verso la penisola e verso l’estero. Qualsiasi nuova produzione energetica non sostitutiva di fonte già esistente (ad esempio termoelettrica) può esser solo destinata all’esportazione. È del tutto evidente – concludono gli ambientalisti – che, in base alla contenuta capacità di esportazione dell’energia fuori dall’Isola e all’impossibilità concreta di ‘immagazzinare’ l’energia rinnovabile prodotta (i sistemi sono ancora in fase di studio o sperimentale), l’energia prodotta dall’impianto in progetto sarebbe, di fatto, utilizzata solo a vantaggio di chi produce (insieme a incentivi e benefici vari) e non della collettività”. A.D

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