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Enzo Costa lascia la Cgil: “Periodo di crisi terribile per la Sardegna”

“Preoccupazione e rammarico perché lascio la guida della Cgil sarda in un momento terribile per la Sardegna, ma mi riempie di orgoglio questo nuovo incarico a favore degli ultimi”. Dopo quattro anni Enzo Costa lascia la guida del maggior sindacato dell’isola con il suoi 167 mila iscritti. Si trasferirà a Roma, dove assumerà la presidenza dell’Auser (associazione di volontariato e promozione sociale costituita nel 1989 dalla Cgil e dal sindacato dei pensionati). “L’auspicio è che chi mi succeda sia più giovane di me, ma che si prosegua nel segno della continuità”, afferma Costa. Ll’elezione del nuovo leader avverrà fra tre mesi, dopo le consultazioni tra i vertici nazionali e il direttivo regionale.

“Il mio non è certo un addio alla Cgil – ha detto Costa – lascio la guida ma resto nel direttivo nazionale del sindacato con un incarico diverso”. Costa ha fatto un bilancio sulla sua guida del sindacato e guarda alla situazione attuale con preoccupazione. “Sto lasciando in un momento in cui di definito c’é poco, il lavoro non è ripartito, l’indice di occupazione è sceso al di sotto del 50 per cento un quarto degli occupati utilizza gli ammortizzatori sociali e il confronto Stato-Regione è venuto meno”.

Poi ci sono le vittorie del sindacato. “Prima fra tutte la riunificazione di Cgil, Cisl e Uil, in nome dei bisogni delle persone. Aver investito fortemente nella formazione dei giovani, l’aver impedito la cancellazione di 60 anni di autonomia”. Costa ha ripercorso le tappe del suo percorso. L’ingresso nel 1973 nella Cgil, 10 anni a capitanare la Fiom, e dal 2009 l’incarico di segretario generale. “In 4 anni abbiamo fatto 8 manifestazioni e portato sotto le nostre bandiere migliaia e migliaia di lavoratori. Segno che in casa Cgil la crisi di rappresentanza non si è fatta sentire. Lo dimostrano i 50 mila nuovi iscritti, il 50 per cento dei quali giunge da attività di servizi”.

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