di Manuela Vacca
Le vulnerabilità territoriali sono evidenti in tutto il mondo. Si seguono con apprensione le notizie sulle fiamme che divorano Los Angeles con i danni umani e ambientali. Intanto il servizio per il Cambiamento climatico di Copernicus aveva detto che lo scorso anno è stato il più caldo mai registrato dal 1850 con tutte le conseguenze del caso, sia per la salute che per l’ecosistema, come denunciato da Sima (Società Italiana di Medicina Ambientale) e Wwf.
La crisi idrica
In Sardegna preoccupa la scarsità di acqua negli invasi. Come annunciato ieri dalla presidente della Regione Alessandra Todde, la Sardegna chiede lo stato di emergenza nazionale. “L’ultimo bollettino aggiornato al 31 dicembre 2024 indica che nei nostri invasi sono presenti solo 750 milioni di metri cubi d’acqua, pari al 41% del volume autorizzato. Inoltre, alcuni sistemi idrici strategici, come quelli di Alto Cixerri, Alto Taloro, Posada e Ogliastra, hanno raggiunto il livello di emergenza da codice rosso”.
I tecnici di Abbanoa hanno attivato un piano di razionamento che prevede, a partire da lunedì 27 gennaio 2025, l’alternanza dell’erogazione a giorni alterni (24 ore di apertura seguite da 24 ore di chiusura) nei Comuni interessati”. La stessa soluzione attuata lo scorso settembre in Baronia, che permise di superare il periodo di criticità legato alla scarsità di risorse nell’invaso del Maccheronis.
I dati Arpas
Dall’estate ha piovuto poco. L’Arpas, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna, segnala anomalie rispetto al dato medio trentennale del periodo. “Gli ultimi tre mesi del 2024 sono sono stati piuttosto scarsi come precipitazioni, in particolare il mese di novembre ma vale anche per dicembre. È piovuto dal 40 al 76 per cento in meno di quanto piove nella media del periodo”, spiega Michele Fiori, esperto del Servizio Meteorologico, agrometeorologico ed ecosistemi del Dipartimento meteoclimatico, sull’esame dei dati che arrivano dalle circa 300 stazioni dell’Agenzia. “Negli ultimi mesi è piovuto meno nella parte orientale della Baronia e, scendendo, sino al Sarrabus – prosegue Fiori – . Sono delle carenze che, sommate mese per mese, danno un bilancio annulale di deficit di quelle aree superiori alle altre”.
L’ultimo trimestre del 2024
In questi giorni si stanno ultimano le analisi sull’ultimo mese dello scorso anno. A ottobre le condizioni di deficit più marcate si registrono su Baronia, Monte Acuto e nel bacino del Tirso.
Secondo Arpas novembre 2024 è stato secco con poche precipitazioni localizzate e con temperature massime sensibilmente sopra media. “I valori pluviometrici del mese sono pertanto sensibilmente inferiori ai valori climatici e mostrano anche una distribuzione non tipica dei mesi autunnali in cui per l’appunto le precipitazioni interessano principalmente i settori occidentali”, si legge nel riepilogo dell’Agenzia.
I cumulati maggiori di pioggia, superiori a 100 millimetri, sono stati misurati invece nel golfo di Orosei. Altri massimi secondari sono stati registrati a Golfo Aranci e a Is Cannoneris (Pula). Buona parte dell’Isola ha registrato cumulati scarsi, localmente anche inferiori a 20 millimetri. Nella prima settimana di novembre sono state misurate le temperature massime giornaliere più elevate, diffusamente sino a 25-27 °C al centro-sud, con massimo di 27.6 °C a Santadi il giorno 3. Il giorno 16 sono state misurate le temperature minime più basse del mese, con una ventina di stazioni sotto zero e con un picco minimo di -4.7 °C a Giave.
Quanto evidenziato da Copernicus nello scenario globale non vale però per l’Isola. “Dalla prima analisi dei dati dell’anno, il 2024 non è stato il più caldo per la Sardegna e lo si può raffrontare con il 2023. Nell’isola è stato più caldo il 2022”, conclude l’esperto