A fine marzo gli invasi artificiali della Sardegna hanno raggiunto un volume d’acqua pari a 1.053,59 milioni di metri cubi, corrispondente al 57,7% della loro capacità complessiva. Un leggero miglioramento rispetto a febbraio (+3%), grazie alle piogge e alle nevicate recenti, ma ancora lontano dai livelli dello stesso periodo del 2023, quando il dato superava il 67%.
Lo rileva l’ultimo report dell’Autorità di bacino regionale, che segnala situazioni molto eterogenee sul territorio. Se da un lato il Liscia (Gallura) supera il 76% della capacità e i sistemi del Posada Cedrino e del Sud Orientale risultano pieni, dall’altro permangono forti criticità nel Sulcis e nella Nurra. In quest’ultima zona, ad esempio, l’indice di rischio idrico sfiora lo zero, con invasi come il Bidighinzu completamente vuoto e il Cuga ridotto al 22%. Preoccupante anche la situazione del Temo (18%) e di Punta Gennarta, dove si registra solo il 25% della capacità, mentre Medau Zirimilis è praticamente a secco.
Nel sistema Tirso-Flumendosa si registrano segnali positivi, con il Tirso al 74%, ma resta un divario significativo rispetto allo scorso anno, quando i bacini sfioravano il 99%. Anche il sistema Flumendosa-Campidano-Cixerri si attesta al 43%, con alcuni sottosistemi — come il Medio Flumendosa — in stato di preallerta (indice 0,14).