Da più di 1 mese forbici, aghi, filo e macchinari sono fermi. Non si taglia più la stoffa, non si creano più risvolti, orli e asole e, soprattutto, non si prendono più le misure a quei clienti che, per 60 anni, sono entrati nella sartoria artigianale “Mario Demurtas” a Jerzu, per farsi cucire, su misura, abiti, giacche e calzoni da pastore, rigorosamente in velluto, e farsi creare berretti sardi. Tutto fermo, anche le 16 mani degli 8 fidati dipendenti bloccati a casa senza poter fare nulla. Ma la titolare Valentina, che ha preso l’azienda dal padre Mario, ha avuto un’idea: quella di realizzare mascherine per proteggere naso e bocca in un periodo in cui non le hanno neanche gli ospedali nel periodo dell’emergenza coronavirus.
Così ha cominciato a rovistare tra il materiale accatastato nel magazzino alla ricerca di stoffe, elastici e nastrini e riprendono a tagliare, cucire e assemblare non semplici dispositivi usa e getta ma veri e propri strumenti di protezione lavabili, realizzati in cotone, e riutilizzabili con una taschina anteriore per poter inserire, e sostituire, uno strato filtrante da usare e gettare. Prima 10, poi 20, poi 100 fino ad arrivare a 500 al giorno da distribuire, gratuitamente, agli impiegati del Comune di Jerzu e nelle case di riposo, poi nei supermarket, nelle edicole, e tra i conoscenti affinché ognuno possa sentirsi protetto da questo male.
“In un momento come questo ognuno di noi deve dare il suo contributo – afferma Valentina Demurtas -, per questo stiamo cercando di realizzare nel minor tempo possibile un numero tale di mascherine, oggetti introvabili e sempre più preziosi, per donarle e da poter affrontare almeno questa imminente emergenza. Sono importanti più per un fatto psicologico, che dal punto di vista batteriologico. Danno tranquillità ai cittadini che sono molto spaventati”. “Ormai è una questione di principio – continua la titolare -, abbiamo richieste di migliaia e migliaia di casi: medici, operatori sanitari, malati, militari, carabinieri, farmacisti. La lista è infinita. In questi giorni difficili si tratta di un regalo per chi è impegnato in prima linea”.
“Sono pronti i pacchi di mascherine da mandare a Cagliari, in dono all’Azienda tutela della salute che con Confartigianato Sardegna ha sottoscritto un accordo per recuperare questi dispositivi di protezione dalle imprese artigiane che in questo momento non possono utilizzarle – sottolinea – il nostro piccolo contributo e ringraziamento verso chi ogni giorno e sul fronte a combattere per tutti noi. Vorremmo che questo gesto fosse seguito da tutti i nostri colleghi che hanno le micro imprese sparse in tutta la regione”. “La sartoria è chiusa – prosegue – ma abbiamo la fortuna di avere dei volontari fantastici che vogliono offrire il loro piccolo grande contributo, utilizzando le conoscenze e l’energia interiore positiva. Per noi vale “s’aggiudu cambiu”, ovvero aiutare gli altri quando sono in difficoltà: questo è un punto fondamentale”. “Questa iniziativa – rimarca la Demurtas – sta dimostrando il grande cuore delle persone d’Ogliastra, popolo generoso e attivo, e lo spirito di collaborazione in un momento molto critico per l’Italia”.