E’ morto Tigro, il gattino bruciato vivo a Dolianova: “Trovate i responsabili”

Era amato e ben voluto da tutti, si lasciava avvicinare e accarezzare, era diventato l’amico di una famiglia che abitava a Dolianova anche se non stabilmente, ma qualcuno ha deciso di ferirlo, bruciandolo vivo e oggi dopo tre settimane di cure e di agonia, Tigro è morto.

Lo ha reso noto l’associazione Fierogratto che nelle ultime tre settimane ha raccolto fondi per far curare Tigro e adesso chiede giustizia e chiede che si indaghi per rintracciare i responsabili.

“Tigro era un micio affettuoso, fiducioso verso le persone, sempre in cerca di carezze – scriveva sui social l’associazione Fierogatto -. Da circa tre mesi aveva trovato un punto di riferimento in una famiglia che, pur non vivendo stabilmente nella loro casa di campagna a Dolianova, lo accoglieva con cibo e affetto ogni volta che si recava lì. Ma pochi giorni fa (due settimane fa circa ndr), il padre di questa famiglia ha vissuto un incubo: ha visto avvicinarsi un gatto in condizioni disperate, il corpo devastato da una violenza inimmaginabile. Solo quando si è sdraiato sulla poltrona di Tigro, quell’uomo ha capito la verità: quello era Tigro. Qualcuno l’aveva bruciato vivo“.

Poi l’aggiornamento di oggi “I veterinari della Clinica Veterinaria Nora hanno fatto il possibile per salvarlo, ma oggi Tigro non ce l’ha fatta. Il dolore è immenso, ma ancora più insopportabile è il pensiero che qualcuno sia stato capace di infliggere una simile atrocità”. 

“Vogliamo ringraziare la Clinica Veterinaria Nora che lo ha curato con estrema professionalità e amore fino all’ultimo respiro – scrive l’associazione sui social – . Grazie a Fabrizio e alla sua famiglia, che per primi lo hanno salvato dalla strada e portato dal veterinario. Tigro sarà seppellito nella terra che ha conosciuto, ma in quel posto crescerà un albero in sua memoria, perché lui possa continuare a vivere nel vento, nel sole, nella natura. Adesso dobbiamo metabolizzare questo dolore, ma non lasceremo che la sua storia venga dimenticata. Troveremo un modo per onorarlo”.

Poi l’appello: “È fondamentale che questa vicenda venga raccontata, che si sensibilizzi l’opinione pubblica e che si faccia tutto il possibile per trovare i responsabili di questo crimine orrendo”. 

 

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