Si è spento a 83 anni Graziano Mesina, figura controversa e simbolo del banditismo sardo, appena un giorno dopo la sua scarcerazione per gravi motivi di salute. La decisione era stata presa dal Tribunale di Sorveglianza di Milano, che aveva accolto l’istanza di differimento pena presentata dalle sue avvocate Beatrice Goddi e Maria Luisa Vernier. Mesina si trovava ricoverato all’ospedale San Paolo del capoluogo lombardo, dove era stato trasferito dal carcere di Opera, in cui era detenuto da due anni.
«Fino all’ultimo è rimasto in carcere. Su di lui c’è stato quasi un accanimento», ha dichiarato l’avvocata Beatrice Goddi all’Ansa. Le due penaliste si stavano preparando a raggiungerlo per organizzare il ritorno in Sardegna insieme ad alcuni familiari, quando la notizia del decesso ha cambiato tutto. «Siamo molto dispiaciute e anche contrariate – ha aggiunto Goddi – perché la scarcerazione poteva e doveva avvenire prima, almeno un mese fa». L’epilogo chiude definitivamente il capitolo di uno dei personaggi più noti e controversi della storia recente della Sardegna.